26 Aprile, 2024
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Verso le elezioni regionali di Lazio e Lombardia

In un recente appello i sindaci di Milano e Roma, partendo dall’esito delle ultime elezioni in Italia, invitano a ritrovare l’unità del centrosinistra per evitare che alle elezioni regionali di Febbraio 2023 vinca la destra e il populismo. Ma il centro sinistra in Italia sembra aver rinunciato alla sua funzione, per scelta e responsabilità di chi? I tradizionali valori a cui si è ispirato per più di un secolo sembrano smarriti: penso/iamo al diritto al lavoro, al diritto a poter ambire ad una condizione sociale migliore, al diritto a vivere in una democrazia compiuta in cui le regole sono condivise e non modificate alla bisogna.

Il PD, forza che è nata con il compito di essere attrattore del mondo progressista,  non ha saputo interpretare fino in fondo tale funzione, apparendo diviso al suo interno e non sapendo utilizzare tali divisioni, necessarie per una sana democrazia di partito, per arricchire la propria proposta politica. Il risultato è che ha dato di se una immagine litigiosa tra le varie anime interne la cui unica motivazione sembrava la gestione del potere.  A questa immagine poco edificante, ne è presente un’altra, fatta di donne e uomini che hanno ancora voglia di militare in quel Partito e che lo considerano ancora l’unica forza in grado di rappresentarli. E’ grazie a quei militanti che la sinistra può e deve recuperare la sua funzione di progresso e il dovere di chi dirigerà il Partito Democratico è proprio quello di raccogliere le istanze di questa umanità disorientata. Una fase costituente che coinvolga i militanti in primo luogo è richiesta a gran voce, l’identità politico-culturale è fondamentale per riconoscersi in una organizzazione che richiede molto in termini di militanza, il senso della partecipazione è nella percezione che il proprio contributo conti veramente e non faccia parte di un semplice rito che ha i suoi momenti di massima intensità durante la campagna elettorale.

Occorre ripartire, e non a parole, dai circoli, questi devono essere il punto di ascolto e di elaborazione delle soluzioni locali, e devono avere un “potere” decisionale molto maggiore di quello a cui sono stati relegati finora. E’ dalle realtà locali che bisogna quindi ripartire, Comuni, Città Metropolitane e Regioni, e da queste costruire un tessuto sociale e politico che sia poi in grado di amministrare il Paese, avendo la piena consapevolezza delle esigenze dei cittadini che gli amministratori hanno dovuto incontrare anche personalmente e, in alcuni casi, anche con durezza. Molti amministratori del PD hanno seguito tale percorso, partendo dai Circoli hanno saputo maturare la propria esperienza e arrivare ad essere responsabili di realtà complesse, come per esempio la Regione Lazio, che da una situazione economica disastrosa è a tutt’oggi una Regione che ha tutte le carte in regola per guardare al futuro con meno preoccupazione. Il PD deve ripartire quindi dai militanti e da quegli amministratori che hanno saputo ben interpretare lo spirito originario del partito. Ed è per questo che il congresso deve essere l’occasione giusta per recuperare tale spirito anche a livello nazionale.

Per tutte queste ragioni, domenica 12 e Lunedì 13 febbraio, andiamo a votare Partito Democratico e il suo candidato Alessio D’Amato, nell’interesse di tutti e nella continuazione del lavoro svolto da Nicola Zingaretti.

Redazione L’agone

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