28 Marzo, 2024
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Acqua, comitati e realtà sociali intervengono nella campagna elettorale

Il modello fondato sulla privatizzazione della gestione delle risorse idriche ha fallito e non poteva essere altrimenti, dato che l’acqua è un monopolio naturale che, già di per sé, non può rispondere alle logiche di mercato. Inoltre, il riscaldamento globale e l’aumento dei consumi stanno portando ad una crisi idrica globale (Rapporto mondiale delle Nazioni Unite) che non può essere affrontata con le logiche del profitto in quanto la domanda di risorsa eccede di molto la naturale disponibilità.

In generale, la strategia politica dei Governi nazionali, regionali e locali è sempre la stessa da 30 anni: a) mancata pianificazione delle risorse idriche; b) mancati investimenti nelle azioni di riduzione delle perdite, nel risparmio/riuso e nella depurazione delle acque; c) privatizzazione degli invasi artificiali e del Servizio Idrico Integrato come soluzione.

In verità, è da tempo chiaro a tutti che la privatizzazione si è rivelata essere il problema e non la soluzione, come indicato dal popolo italiano con il voto ai referendum del 2011.

Ancora oggi i Governi – Meloni in continuità con Draghi – continuano a negare tale evidenza, addirittura cercando di impedire tramite il decreto concorrenza la gestione pubblica dell’acqua. Nel Lazio si era addirittura  provato ad anticipare i tempi inseguendo il modello dell’ATO unico gestito da ACEA S.p.a., abdicando anche alle proprie funzioni di pianificazione, indirizzo e controllo. Un tentativo sventato grazie alla Legge di Iniziativa Popolare 5, che, se attuata, avrebbe permesso di affrontare le criticità che, come comitati e associazioni per l’acqua pubblica, sentiamo il dovere di evidenziare e di portare all’attenzione di candidate e candidati.

 

 

CRITICITÀ

  • Fallimento nel garantire il diritto all’acqua e la tutela della risorsa idrica di tutte le attuali gestioni tramite S.p.a.: ACEA ATO 2 S.p.a., ACEA ATO 5 S.p.a., Acqualatina S.p.a., TALETE S.p.a., APS S.p.a. e, per i Consorzi industriali, AeA s.p.a..
  • Aumenti delle tariffe per i cittadini e dei profitti per gli azionisti nelle gestioni quotate in borsa (ACEA S.p.a., AcquaLatina S.p.a.).
  • Mancata tutela della risorsa: dal 45 al 70% di sprechi per perdite e inefficienze degli schemi acquedottistici e conseguente turnazione idrica in diversi comuni.
  • Disastri ambientali agli ecosistemi della Valle del Sacco, del Lago di Bracciano e dei fiumi Farfa e Aniene; mancato raggiungimento degli obiettivi della Direttiva “Acque” per diversi corpi idrici.
  • Mancata soluzione del problema dell’arsenico nei territori del Viterbese e dei Castelli romani, con conseguente non potabilità in diversi comuni.
  • Mancata pianificazione partecipata della risorsa idrica: PRGA non approvato, PTAR approvato in ritardo e non coordinato con il Piano di Distretto.
  • Perdita del controllo democratico: comunità locali, sindaci e consigli comunali sono messi nelle condizioni di poter incidere sempre meno sulla gestione di questa risorsa.

 

Considerato che l’ATO unico aggraverebbe tali criticità, consentendo non solo ad ACEA S.p.a. di continuare, in una condizione di totale monopolio, la sua politica speculativa ed “estrattivista” delle risorse idriche – a cominciare dal progetto di raddoppio del Peschiera con i fondi PNRR – ma restringendo ulteriormente la possibilità delle comunità e delle amministrazioni locali di intervenire, allontanando di fatto la gestione dell’acqua dal territorio proponiamo a tutte e tutti le/i candidate/i Presidente e consigliere/i alle prossime elezioni regionali di sottoscrivere il presente documento, così accettando di impegnarsi a portare avanti le seguenti proposte di soluzioni:

 

PROPOSTE DI SOLUZIONI

  • Blocco del processo di privatizzazione del Governo, attraverso un ricorso alla Corte Costituzionale per l’annullamento del DDL “concorrenza” per “eccesso di delega”.
  • Attuazione della L.R. 5/2014, attraverso l’approvazione della proposta di legge regionale 238/2015, con l’istituzione di almeno 12 ATO incentivandone la gestione pubblica attraverso Enti di diritto pubblico (Aziende Speciali consortili).
  • Pianificazione partecipata a cominciare dall’aggiornamento del Piano Regolatore Generale Acquedotti (PRGA), avviando entro il 2023 la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e orientandolo a soddisfare tutti i fabbisogni idropotabili, fissando l’obiettivo di riduzione delle perdite che dovranno attestarsi al 20% entro il 2025.
  • Chiedere al Commissario Straordinario per il “Sistema idrico Peschiera” (DPCM del 16/04/21) e alla COMMISSIONE TECNICA PNRR-PNIEC presso il MITE di sospendere i procedimenti di VIA in corso e di avviare immediatamente l’obbligatorio “dibattito pubblico” per il complessivo “Progetto di sicurezza e ammodernamento dell’approvvigionamento della Città Metropolitana di Roma. Messa in sicurezza e ammodernamento del sistema idrico del Peschiera”, rientrante tra gli interventi di cui all’Allegato IV del decreto-legge 31 marzo 2021, n.77 e DM n.442 del 12/11/2021.
  • Riprendere a finanziare, tramite la fiscalità generale, gli investimenti strategici come stabiliti nella pianificazione partecipata, ivi compresi gli interventi per la de-arsenificazione nei territori interessati.
  • Assicurare, per tutti i fiumi della regione, il rispetto del DMV e del Deflusso Ecologico, secondo quanto prevede la normativa vigente (DD STA n.30 del 13/02//2017), e la revisione degli atti di concessione di derivazione rilasciati in violazione delle norme in materia (R.D. 1775/33, D.Lgs. 152/06 e DD STA n.29 del 13/02//2017).
  • Impegno affinché qualsiasi atto di rinnovo o di nuova concessione di grande derivazione sia rilasciato solo dopo aver espletato l’obbligatorio procedimento di VIA e Vinca assicurando la coerenza con gli obiettivi e le misure assunte nell’ambito del Piano di Tutela delle Acque Regionale (PTAR) e del Piano di Gestione del Distretto, da aggiornare favorendo una reale partecipazione civica secondo i principi dettati dalle Direttive Europee.
  • Interrompere da subito tutti i distacchi per morosità e garantire il minimo vitale di 50 litri per abitante al giorno.
  • Avviare la progettazione e realizzazione delle cosiddette “reti duali”, per l’uso e il riciclo delle acque in ambito urbano, ed altre soluzioni sostenibili nell’ottica di risparmiare l’uso dell’acqua potabile.

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