30 Aprile, 2024
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Il sabato del villaggio, fra bombardamenti e informazione di parte

Senza soluzione di continuità, la guerra continua, la settimana si chiude con l’affondamento della corazzata russa che oltre gli Urali definivano “ammiraglia”, ma il cancro di una stampa che “vede” coi paraocchi resta. I quotidiani, a seconda dello schieramento politico, puntano le nove colonne sull’attacco agli antagonisti di circostanza, in una sorta di infantile “lui è peggio di me”. E certi media prendono – purtroppo – le sembianze di quei salotti televisivi dove dietrologia e vanità la fanno da padroni. Peccato, potevamo avere un’informazione diversa, anche se siamo convinti che al traguardo di una stampa migliore ci si potrebbe arrivare. Biden non andrà in Ucraina, in compenso è stata riaperta l’ambasciata italiana a Kiev; ma fra le news settimanali colpisce quella della ragazza francese morta dopo aver mangiato una pizza surgelata. Cui si aggiunge la morte sul lavoro di tre italiani, a Sassari, Cesena e Trento. La politica regna sovrana, e la cosa potrebbe andare anche bene; ma quando anche la politica locale si adegua ai nani e alle ballerine che spadroneggiano in televisione, allora il guaio è grosso. Negli ultimi due anni il vaccino è diventato una guerra fra favorevoli e contrari, negli ultimi due mesi ci sono stati giorni in cui il chiacchiericcio degli “esperti” di guerra ha fatto male tanto quanto le immagini di bombardamenti, popoli in fuga, morti. Così, mentre la minaccia nucleare appare dietro l’angolo, e la gente perde la testa per la più stupida delle litigate nel traffico, viviamo una ennesima Pasqua di speranza.
Massimiliano Morelli

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