Àllai, 370 abitanti in provincia di Oristano, ha abbattuto nel tempo l’inquinamento luminoso al punto da proporsi come destinazione ‘Starlight’ per gli astroturisti

La notte è magica ad Àllai, paese di circa 370 abitanti nel cuore della Sardegna, che da anni persegue con tenacia il diritto adalzare gli occhi al cielo e a vederlo, ancora, pieno di stelle.Abbattuto progressivamente l’inquinamento luminoso, il piccolo comune sotto il massiccio del Grighine, che lo sovrasta coi suoi circa 700 metri di altitudine nell’Oristanese, ora vuole farsi certificare quella che considera la sua più grande ricchezza: la possibilità, sempre più rara nel mondo, di godere di uno strepitoso cielo stellato. Biglietto da visita indispensabile se si vuole puntare sull’astroturismo.

Col Museo civico cittadino (CiMA), l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Antonio Pili, al suo secondo mandato, è la prima in Sardegna a chiedere la ‘Certificazione per la Salvaguardia del Cielo’. Il 15 giugno scorso il consiglio comunale ha deliberato l’adesione alla ‘Dichiarazione in Difesa del Cielo Notturno e del Diritto alla Luce Stellare’, nota come ‘Dichiarazione de La Palma 2007’.

Stupore e magia

Visto di notte dalla strada che i residenti percorrono per raggiungere la provinciale per la vicina Fordongianus, cittadina termale a una decina di chilometri, Àllai luccica nel buio totale. Così è apparso una sera all’improvviso, anni fa, anche al suo sindaco che rientrava a casa. “Vedevo delle lucine e mi sono fermato per identificarle”, racconta all’AGI Antonio Pili, per dieci anni vicesindaco e da sei primo cittadino. “Con grande meraviglia, mi sono reso conto che stavo guardando il mio paese”.

Da questo “stupore” è maturato un percorso verso una sorta di oscurità ragionata, che ha portato il sentiero di Pili a incrociarsi con quello di Flavia Dell’Agli, ricercatrice dell’Istituto nazionale di Astrofisica, praticamente di casa ad A’llai per ragioni familiari. Dalle loro chiacchierate, anche con altre donne del paese, è nata l’idea della certificazione ‘stellare’.

Le strade del paese la sera sono ancora illuminate da una quindicina di antichi portalampade ristrutturati: semplici piatti di ferro smaltato da cui spuntano le lampadine. Non proprio un’illuminazione da stadio, ma essenziale per un luogo dall’energia “ancestrale”, per usare le parole del suo sindaco, che ambisce a ottenere lacertificazione ‘Starlight’ per la salvaguardia del cielo, rilasciata dalla ‘Fundaciòn Starlight’ dell‘Istituto di astrofisica delle Canarie e riconosciuta dall’Unesco.

Il cielo ‘pulito’ dei paesini della Sardegna

“In Sardegna, specie nei paesini, abbiamo una pulizia dei cieli che ancora permette di avere una visibilità delle stelle e della luna ottimale, che invece in tante altre parti e a ridosso delle città più grandi è quasi del tutto compromessa dall’inquinamento luminoso”, evidenzia Cristina Concu, amministratrice della società Tacs e responsabile della gestione e del coordinamento del museo CiMA e del Polo Museale – Musei Civici di Bosa e del Museo Archeologico di Teti. “La certificazione Starlight sarebbe un riconoscimento importantissimo per tutto il movimento, specie in un periodo come questo di grandi cambiamenti con una rinnovata sensibilita’ ambientale”.

“Migliaia di anni fa fa gli uomini hanno sentito l’esigenza di alzare gli occhi al cielo in cerca di risposte”, ricorda il sindaco di Àllai. “È un bisogno primordiale con cui dobbiamo fare i conti. Un cielo stellato non è solo un richiamo turistico, per me ha principalmente un interesse sul piano spirituale”.

In vista dell’ingresso nell’elenco delle destinazioni turistiche ‘Starlight’, il paese, che dispone di piccole strutture ricettive, come agriturismo e B&B, si prepara a offrire le sue ricchezze, non solo ambientali e paesaggistiche, ma anche menhir, la sua Casa sull’albero in riva a un torrente e le piccole produzioni artigianali. La specialità gastronomica? ‘Su Ortaù, un salsicciotto tipico della zona, che si prepara con carni di maiale, pomodori secchi e spezie e che poi, preferibilmente d’inverno, gli abitanti del paese grigliano alla luce dei falò.

(Agi)

 

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