29 Aprile, 2024
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LA  SOCIETÀ FERITA. Uno spazio per te

A cura della d.ssa Chiaralisa Falco psicologa psicoterapeuta bioenergetica

Nella mia attività di clinica, in questi ultimi tempi, mi è capitato spesso di sentirmi rivolgere domande del tipo:

“ è normale che mio marito continui a sterilizzare costantemente la spesa e tutto ciò che entra in casa?”,”è normale che mia moglie ora sia sempre in ansia per tutto?” “è normale che mi sento sempre triste e affaticato?”

Preciso subito al lettore che la risposta non c’è, non diretta e non esaustiva quanto meno!

Orientarsi secondo una dicotomia del giusto o dello sbagliato, del normale o del non-normale aiuta le persone a gestire le ansie, al sentirsi contenuti in categorie rassicuranti, ma di certo non aiuta in quanto non offre uno spazio per “pensare le emozioni” connesse al corpo, al  contesto di vita e collegate alle aspettative, ai desideri e i bisogni di ogni singolo individuo. Discernere,quindi, ciò che è una risposta emotivo-funzionale ad un dato momento storico da qualcosa di più “patologico” è un processo che presuppone tempo e, come detto prima, necessita di pensare e sentire le emozioni. Il modello che ci propone la psicologia, infatti, è un modello che fornisce una lettura del sintomo come risoluzione del problema e non come “IL PROBLEMA” stesso, orientandosi attraverso i vicoli dell’inconsapevolezza e della mancanza di espressione per dar avvio al processo di cambiamento. Per cui rispondere circa la “ normalità o meno” di un dato comportamento è difficile da dare, soprattutto quando percepisco che la domanda sull’altro metta in luce le difficoltà di chi la pone.  Allora cosa fare?

Meglio sarebbe partire dal riconoscere quanto la diffusione del Covid ci ha reso tutti vulnerabili e come abbia svegliato paure inconsce profonde, legate alla perdita e al contagio. Si potrebbe tenere presente che ridicolizzare o innervosirsi non aiuti ad abbassare i livelli d’ansia, ma al contrario attiva il sistema-risposte di difesa dell’organismo autonomo. In oltre, cosa molto importante, sarebbe utile constatare o meno se  alcuni “atteggiamenti” sono sempre stati  presenti nella persona oppure se sono comparsi in relazione a questi ultimi eventi. Questo servirebbe a capire se transitori o appartenenti alla persona e quindi a dargli il giusto peso. In ultimo è consigliabile, contattare un esperto con cui poter condividere queste esperienze:  sapere chiedere aiuto infatti non è segno di debolezza, ma al contrario segno di maturità, autostima e responsabilità.

d.ssa Chiaralisa Falco

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