19 Aprile, 2024
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Rifiuti radioattivi, la Regione blocca i 22 siti individuati dal governo nel Lazio

“Non daremo nessuna autorizzazione”

I depositi si trovano nei comuni di Canino, Montalto di Castro, Vignanello e persino Tarquinia, patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco:

si tratta di aree verdi dove il governo tramite bandi realizzerebbe depositi coperti da colline artificiali impermeabili e in grado di prevenire ogni infiltrazione.

Niente rifiuti radioattivi nel Lazio: la Regione blocca il governo che ha individuato ben 22 siti, tutti nella provincia di Viterbo, idonei a ospitare i nuovi depositi di rifiuti radioattivi legati alle attività industriali, ricerca medicinale e alle scorie delle vecchie centrali atomiche ormai in disuso tra cui Montalto di Castro e Borgo Sabotino.

I siti individuati in questi giorni dalla Sogin, società del ministero dell’economia, si trovano nei comuni di Canino, Montalto di Castro, Vignanello e persino Tarquinia, patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco: si tratta di aree verdi dove il governo tramite bandi realizzerebbe depositi coperti da colline artificiali impermeabili e in grado di prevenire ogni infiltrazione. L’obiettivo è risolvere l’annosa questione dello stoccaggio dei rifiuti nucleari ma Regione, comuni e associazioni si oppongono perché, dicono, nel Lazio potrebbe creare problemi ambientali.

Del resto su un totale di 67 aree individuate in tutta Italia ben 22 si trovano nelle campagne intorno a Viterbo: ospiterebbero le scorie radioattive stoccate da anni nelle vecchie centrali in disuso e i rifiuti ospedalieri radioattivi stoccati nel centro di ricerca dell’Enea Casaccia di Roma.

A bloccare tutto sul nascere è la Regione, indisponibile ad autorizzare la costruzione di nuovi depositi nei 22 siti. “Apprezzo l’impegno del governo per porre fine ai ritardi nello smaltimento degli scarti radioattivi – spiega l’assessore regionale ai rifiuti Massimiliano Valeriani – ma il Lazio presenta un quadro fortemente impattante sull’inquinamento nucleare e non può sostenere un ulteriore aggravio legato ai rifiuti radioattivi”.

Contrarie anche le associazioni Italia Nostra e Forum ambientalista che citano anche i progetti ancora in piedi di realizzare altri impianti, tra cui un inceneritore, nei dintorni di Montalto di Castro: “Non si può svendere una comunità in nome di uno sviluppo finalizzato al profitto per pochi”, scrivono in una nota congiunta. E anche il sindaco di Viterbo Giovanni Arena si oppone: “Sono contrario a nuovi depositi – spiega – non è una questione di campanilismi ma uno dei requisiti è la sicurezza sismica e la nostra zona è stata colpita da terremoti. Ci sarà una opposizione traversale a questa decisione dall’alto”.

(La Repubblica)

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