29 Aprile, 2024
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Scuola, le Regioni frenano sulla riapertura. Attesa per la decisione sulle fasce di rischio

Dal Lazio al Veneto, si levano diversi allarmi sul ritorno in classe degli studenti.

La ministra Azzolina: “Non possiamo arrenderci e non lo faremo”.

Sci, Speranza firma l’ordinanza: impianti e piste aperte dal 18 gennaio.

Ma si attende il report della cabina di regia sui monitoraggi dei contagi del coronavirus: in base ai dati, il governo deciderà se tutta l’Italia sarà gialla dopo l’Epifania

“Sulla riapertura delle scuole il governo ci riconvochi”. L’appello è del presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini. In base a quanto stabilito da Conte e dai suoi ministri, infatti, il 6 gennaio scadrà il dpcm anti-Covid con le misure restrittive delle festività natalizie e il 7 gennaio gli studenti torneranno a scuola in tutta Italia, almeno al 50 per cento per le superiori. Una decisione che, però, non è stata accolta con favore dalle Regioni, preoccupate che il ritorno in classe possa coincidere con una nuova impennata dei contagi da coronavirus. “Se c’è preoccupazione diffusa nel Paese – dice Bonaccini al Tg3 – che questa possa comportare ancora un rischio, alla luce dei numeri che ci sono, eventualmente ci si ritrova e si discute. E capiamo anche il governo cosa ritiene, visto che ho sentito anche voci che provengono da esperti che il governo utilizza per prendere decisioni che poi riguardano la parte scientifica”.

Le Regioni: “No alla scuola in presenza”

Oltre al presidente del Veneto, Luca Zaia, che sulle pagine di Repubblica oggi si è detto contrario al ritorno a scuola in presenza, anche il Lazio esprime preoccupazione per una riapertura il 7. “Con questi dati in crescita, faccio un appello al governo a riflettere bene sulla riapertura delle scuole superiori il 7 gennaio. Devono restare chiuse in tutta Italia”, ha dichiarato a Il Messaggero l’assessore alla Scuola del Lazio, Alessio D’Amato. In Puglia si terrà domani una riunione con le rappresentanze dell’istruzione perché, dice il governatore  Michele Emiliano, la Regione intende continuare a dare la possibilità agli studenti delle scuole pugliesi di ogni ordine e grado (dalle elementari alle superiori), e alle loro famiglie, di scegliere la didattica a distanza anche dal 7 gennaio.”In tempo di pandemia – fanno sapere dalla Regione – si ritiene che le famiglie debbano poter decidere di non esporsi ai rischi derivanti dalla frequenza obbligatoria a scuola, rischi che in classe esistono come in ogni altro luogo di comunità”.

 

Azzolina: “Non possiamo arrenderci”

Ma la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina replica: “È a scuola e in nessun altro luogo che si gioca la partita più importante. È fra i banchi che si costruisce, mattone dopo mattone, il futuro di ciascuna e ciascuno, il futuro della Nazione. Per questo sulla scuola non possiamo arrenderci. Arretrare sulla scuola – conclude – significa rinunciare a un pezzo significativo del nostro avvenire. Per questo non lo faremo”.

La ministra ha poi aggiunto: “Non esiste una ricetta perfetta: il virus ci impone continue riflessioni, aggiustamenti. Ma è uno sforzo a cui non possiamo né vogliamo sottrarci. Non lo abbiamo fatto nei mesi scorsi, non lo faremo adesso”.

 

Dal 7 gennaio l’Italia di nuovo a colori

Intanto nelle Regioni c’è attesa per la decisione del governo sulle misure che saranno adottate nei diversi territori a partire dal 6 gennaio. Il giorno dell’Epifania, infatti, scade il dpcm anti-Covid con le restrizioni adottate nel periodo delle festività natalizie e l’Italia potrebbe tornare tutta di colore giallo. Nei prossimi giorni, probabilmente martedì 5 gennaio, si riunirà la cabina di regia del monitoraggio dei contagi e i dati che risulteranno dai 21 parametri esaminati serviranno al governo per stabilire le nuove misure anti-coronavirus che entranno in vigore da giovedì 7 gennaio. Tre però sono le regioni che rischiano di diventare di colore rosso o arancione a causa dei dati sui contagi: Liguria, Veneto e Calabria. L’Abruzzo, invece, che prima delle festività era arancione, dopo l’Epifania tornerà in zona gialla, segnalano fonti di governo.

Intanto, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato oggi l’ordinanza che stabilisce l’apertura degli impianti sciistici dal 18 gennaio.

 

I timori per il ritardo delle vaccinazioni

Ma sulla decisione del governo rispetto alla misure anti-Covid pesa anche la preoccupazione per il ritardo sui vaccini contro il coronavirus. Tutti i paesi europei procedono a rilento sia sulla produzione e distribuzione delle dosi, che sulla somministrazione.  A invocare un’accelerazione è la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, che su Twitter scrive: “”Le Regioni devono correre, nessuna dose utilizzabile può attendere di essere usata anche solo per qualche ora. Usiamo anche le ore serali ma corriamo”.

(La Repubblica)

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