30 Aprile, 2024
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Ressa in centro a Bologna: Comune studia restrizioni al vertice in Prefettura

Merola: “Così non va”. Bonaccini: “Se i comportamenti non sono adeguati il rischio è che qualcuno debba prendere una decisione di restringere”

È bastata una settimana in zona gialla per rivedere i nuovi contagi sfiorare quota 2mila, mentre le immagini di affollamenti in centro sono la cartolina di questo weekend pre-natalizio. Il sindaco Virginio Merola studia correttivi in un vertice in Prefettura per decidere nuove misure per il prossimo weekend. Intanto dalla Regione il sottosegretario alla presidenza Davide Baruffi avverte: «Faccio un appello al buonsenso di tutti, non possiamo bruciare in pochi giorni i sacrifici dell’ultimo mese, se non basterà dovremo intervenire di nuovo con misure restrittive». Rifnforza il cocnetto il governatore Stefano Bonaccini: “Abbiamo bisogno che i comportamenti siano adeguati. Se i comportamenti non sono adeguati il rischio è che qualcuno debba prendere una decisione di restringere”.

Risalita dei contagi e affollamenti: un mix esplosivo alla vigilia delle Feste. E proprio dal centro del capoluogo arrivano le immagini che mettono in allarme le autorità sanitarie, dopo che l’epidemiologo Pier Luigi Viale ha messo in guardia dalla ricerca di deroghe e sotterfugi per aggirare i divieti.

Le strade del centro si sono riempite sabato pomeriggio per lo shopping natalizio e poi domenica mattina di nuovo per la passeggiata o i mercatini. Il sindaco Virginio Merola guardando queste immagini ha detto dalla pagina Facebook del Pd: «Così non va, non ci siamo, davvero troppa gente, il Covid è una cosa seria non uno scherzo».

Il Comune di Bologna sta studiando insieme alla Prefettura una stretta anti-assembramenti dopo il weekend di folla per lo shopping natalizio. Ma il sindaco  Virginio Merola, si cancella dal numero degli indignati di queste ore per le resse in centro. I bolognesi, assicura il primo cittadino, “stanno reagendo bene, non mi unisco a quelli che dicono che sono troppi, perchè bisognava saperlo prima che erano troppi”. Ora Merola attende che si trovi un “equilibrio” a livello nazionale, coi nuovi provvedimenti che dovrebbero arrivare da parte del Governo. Ma non esclude affatto altre misure locali per evitare nuove impennate dei contagi: “Stiamo studiando con la Prefettura ulteriori misure, ma prima vorrei aspettare di capire quale è la decisione definitiva del Governo”.

C’è anche chi vede negli assembramenti del fine settimana un risvolto negativo dei T-Days. Si tratta dell’assessore regionale Mauro Felicori, che rileva come le folle di passanti che all’inizio erano sinonimo di successo dell’iniziativa, oggi sono stigmatizzate da tutti. «È un contrappasso — dice Felicori — per ogni scelta ideologica che fai, c’è un momento in cui scopri che ha un lato oscuro. La stessa foto che ieri portava a celebrare i T-Days oggi è simbolo di assembramenti. È chiaro che sono un invito a uscire di casa e passeggiare in strada».

Il Comune è poco propenso a rivedere questo ” ingrediente” del fine settimana dei bolognesi, temendo che poi gli affollamenti sotto i portici si rivelino un rimedio peggiore del male. In ogni caso in settimana il primo cittadino sarà a una riunione in Prefettura per valutare eventuali correttivi in vista del prossimo week-end.

All’impegno delle prefetture guarda anche la Regione, che vuole evitare una terza ondata verso cui sembriamo ormai aver preso la rincorsa. «Zona gialla non significa “liberi tutti” — dice Baruffi — così come il diritto di fare acquisti per Natale non può tradursi in assembramenti nei centri storici e nei negozi. Quelli che abbiamo davanti non possono diventare i giorni dell’irresponsabilità, altrimenti l’unico regalo che ci arriverà sarà una terza ondata e nuove chiusure».

Adesso quindi è il momento di tenere alta la guardia. « In questo momento più che nuove disposizioni vorrei vedere più controlli — spiega il sottosegretario alla presidenza della Regione — ma il problema non può ricadere unicamente sulle spalle dei sindaci e delle polizie locali. Meglio impegnare le Prefetture nella pianificazione dei controlli anziché nell’organizzazione dei turni delle scuole. Altrimenti si scrivono regole che poi nessuno si preoccupa di far rispettare, anche con multe dove necessario».

Bonaccini: “Il rimpasto non è una soluzione”

“Io vedo un’enorme questione Paese e un bivio decisivo per il nostro futuro. Da un lato una pandemia che continua a mietere centinaia di vittime al giorno, mettendo a durissima prova la vita sociale dell’Italia. Dall’altro, l’occasione inedita di poter disporre di risorse europee straordinarie, anche per aggredire nodi strutturali: innovazione tecnologica e digitale, transazione ecologica, divari territoriali, diseguaglianze sociali, occupazione femminile e giovanile”. Così il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini su La Stampa.

“Il punto è questo – osserva – come vincere la prima sfida e sfruttare al meglio l’occasione che abbiamo davanti. Ogni ragionamento al di sotto di questo diventa inadeguato o addirittura irresponsabile. È evidente che un passaggio così non lo si affronta né con un uomo solo al comando, ma nemmeno con un caos organizzato intorno”. La politica romana, aggiunge, “penso sia molto fragile, non sempre in grado di cogliere i bisogni e le priorità dei cittadini. E non essere riusciti ad affrontare per tempo il nodo delle riforme istituzionali ci ha reso ancor più deboli davanti alla pandemia e alla crisi economica che produce”.

“Un rimpasto non è mai in sé la soluzione – rileva – il presupposto deve essere un progetto per l’Italia. Questa discussione di Palazzo rischia di tagliare fuori le Regioni e i Comuni, i sindacati e le imprese, la cultura e la ricerca. Se manca il Paese, non c’è rimpasto che risolva”.

(La Repubblica)

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