28 Aprile, 2024
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La rivolta dei giudici onorari, stop alle udienze e sciopero della fame

Sono pagati a cottimo e non hanno diritto a ferie, assenze per malattia e contributi pensionistici. Eppure sul loro lavoro si regge buona parte del sistema giudiziario italiano, incluso quello campano. Ecco perché adesso i magistrati onorari alzano la voce e chiedono al governo Conte di essere finalmente inquadrati e regolarizzati: una mobilitazione che tocca anche Napoli dove oggi e domani, alle 10.30, giudici di pace, giudici onorari di tribunale e viceprocuratori onorari sospenderanno le udienze per poi ritrovarsi all’esterno degli uffici in segno di solidarietà alle colleghe palermitane che nei giorni scorsi hanno addirittura avviato lo sciopero della fame.

A Napoli e dintorni i magistrati onorari sono circa mille. Le loro competenze spaziano dal settore penale (furti, rapine semplici, fatti di droga e stalking) a quello civile (cause ordinarie fino a un valore di 5mila euro e fino a 20mila per le controversie riguardanti incidenti stradali), senza dimenticare la materia dell’immigrazione. Ciononostante non godono delle garanzie di cui beneficiano tanti altri lavoratori. Di questa situazione si è interessata anche l’Unione europea, che ha più volte intimato all’Italia di regolarizzare la posizione dei magistrati onorari, mentre è di pochi giorni fa la sentenza con cui il Tribunale di Napoli ha stabilito che i giudici di pace hanno diritto a un trattamento economico e normativo corrispondente a quello dei magistrati di professione che svolgono «funzioni analoghe alle dipendenze del Ministero».

«Noi magistrati onorari stiamo contribuendo in maniera decisiva a portare avanti la giustizia – sottolinea Olga Rossella Barone, giudice di pace del foro di Napoli che martedì prossimo intraprenderà lo sciopero della fame insieme con la collega Antonella Giugliano del foro di Barra – L’inerzia dello Stato italiano davanti alle procedure d’infrazione aperte dall’Europa è inaccettabile non solo per noi diretti interessati, ma per chiunque abbia a cuore le sorti della giustizia». In prima linea anche gli esponenti dell’Assogot: «Condanniamo l’indifferenza mostrata dal ministro Bonafede e dai sottosegretari alla Giustizia nei confronti delle colleghe palermitane in sciopero della fame. Noi magistrati onorari siamo sfruttati dal datore di lavoro, cioè dallo Stato, e perciò chiediamo a gran voce le dovute tutele giuslavoristiche».

(Il Riformista)

 

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