29 Marzo, 2024
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Maltempo. Il grido della Sardegna: «Non lasciateci soli»

Si scava nel fango a Bitti, nel Nuorese, mentre la Procura indaga per disastro colposo. La diocesi lancia una raccolta fondi. Il vescovo Mura: accelerare le procedure per ridare subito casa e lavoro

Nel cuore della Barbagia, a Bitti, si piangono tre vittime e si lancia la mobilitazione per rimettere in piedi un paese travolto dalla pioggia e dal fango. Si muovono in molti. La Regione ha stanziato 40 milioni di euro subito disponibili per il ristoro dei danni subiti dalle popolazioni colpite dalla bomba d’acqua – quasi 300 millimetri di pioggia – caduta su questo centro agropastorale di 3mila abitanti tra i più importanti della Sardegna. Nel frattempo si è mossa anche la magistratura: la procuratrice di Nuoro Patrizia Castaldini ha aperto un’inchiesta per disastro colposo sull’alluvione del 28 novembre. Il Comune ha lanciato la raccolta fondi con la campagna #TutticonBitti.

All’indomani del disastro, nella giornata di domenica, la diocesi ha immediatamente dato il via agli interventi con uno stanziamento di 20mila euro per il pronto intervento e aperto una sottoscrizione di solidarietà, ‘Emergenza Bitti’, che comincia a registrare i primi versamenti sull’Iban della Diocesi: IT34N0200817302000004299287 . Sono segnali concreti. «Ci danno la certezza – dice il vescovo di Nuoro, Antonello Mura – che i nostri fratelli bittesi non saranno lasciati soli, neppure quando si saranno spente le luci delle telecamere ». Alla guida della diocesi barbaricina da appena un anno, monsignor Mura si trova alle prese con la seconda vera grande emergenza.

La prima, inaspettata, è stata ed è quella portata dal coronavirus, che negli ultimi otto mesi ha colpito quasi 4mila persone, tra cui alcuni sacerdoti. La seconda sabato scorso quando gli accumuli di pioggia hanno fatto ‘scoppiare’ canali tombati e spostato verso il centro abitato una quantità di detriti 50 volte superiore a quelli franati sette anni fa. «Viene voglia di dire – commenta il vescovo di Nuoro e presidente dell’episcopato sardo – che sono passati invano sette anni da quel tragico 18 novembre. I nostri 20mila euro sono per le esigenze più immediate, che non possono attendere i tempi della burocrazia. In questa emergenza è necessario accelerare e semplificare le procedure amministrative per consentire al Comune e ai privati di ritornare alla normalità, che vuol dire la casa a posto e la ripresa delle attività economiche e lavorative. Spero che la politica, da cui di- pende l’organizzazione degli uffici, intervenga per razionalizzare ciò che non funziona».

La diocesi opererà sul territorio tramite la Caritas, oltre che con tutti i volontari che segnaleranno la loro disponibilità per interventi urgenti utili a riavviare la vita della comunità. I 40 milioni di euro stanziati dalla Regione serviranno a far rientrare le famiglie nelle abitazioni dove è possibile farlo in sicurezza. «Il provvedimento economico proposto dalla giunta – ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas – consentirà anche un immediato intervento sulle opere infrastrutturali danneggiate. Ulteriori stanziamenti sono previsti per il prossimo anno, per completare gli interventi necessari.

Abbiamo inoltre chiesto al governo una corsia preferenziale per la realizzazione delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico» ha aggiunto il presidente che ha ricevuto la solidarietà del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Alla macchina della Protezione civile e del Corpo forestale, si sono aggiunti da domenica centinaia di volontari. Per aiutarli guanti, incerati, varechina, mascherine Ffp2, disinfettanti per le mani.

E poi rotoloni di tovaglie di carta, piatti, bicchieri e posate di plastica, carta igienica, scope, palette e detersivi. Sullo sfondo resta lo scenario di medio periodo con cui l’isola dovrà fare i conti. L’evento drammatico di sabato ha richiamato l’attenzione sulla fragilità idrogeologica ‘storica’ della Sardegna, con ben 2.343 chilometri quadrati, il 9,7% della superficie della Sardegna, a elevato rischio frana e a media pericolosità idraulica.

(Avvenire)

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