25 Aprile, 2024
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Bolletta Acea Roma, la sindaca Raggi ha deciso di aumentare la tariffa dell’acqua del 19%

 

Per chi ancora non avesse capito cosa vorrebbe dire

cedere il servizio idrico integrato ad ACEA ATO2.

 

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Il commento de L’agone

Lo abbiamo detto in tutte le lingue, ACEA è una grande azienda, detentrice di un know-how ingegneristico di tutto rilievo, che dà lavoro a tantissime persone: è un patrimonio da salvaguardare.

Allo stesso tempo, non è possibile che una azienda che con la sola gestione dell’acqua realizza mediamente un utile di 80 milioni di euro l’anno distribuisca la quasi totalità di tale importo ai propri azionisti invece che investirlo nel servizio.

Trattasi di servizio pubblico essenziale, per di più relativo al “bene comune” per eccellenza quale è l’acqua, e non può essere gestito secondo le regole del mercato.

Nessuno vuole mettere in discussione il mercato, come molti buontemponi o svariati spregiudicati “esperti di economia” sostengono: mettiamo fortissimamente in discussione il principio di lucrare su un bene comune e critichiamo allo stesso tempo la violazione palese di un principio fondamentale della nostra democrazia: il rispetto del voto popolare, che ha stabilito a stragrande maggioranza che l’acqua deve essere svincolata dalle regole del mercato.
Per tutto questo si è chiesto a gran voce di approvare in Parlamento una proposta di legge – che lì giace da anni – , di attuare la legge regionale del Lazio approvata da anni, e di trasformare la SpA ACEA ATO2 in Azienda Speciale: entrambe le proposte naturalmente sono considerate carta straccia.

L’agone

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In una riunione con i sindaci dei comuni che fanno parte di Acea Ato 2 la sindaca Raggi ha proposto l’aumento delle tariffe sull’acqua del 19 per cento in tre anni, cioè del 6 per cento ogni anno. L’aumento – che interesserebbe i cittadini di Roma e provincia – sarebbe giustificato dal potenziamento e dall’ammodernamento della rete idrica.

 

GIULIO PELONZI, CAPOGRUPPO CAPITOLINO DEL PARTITO DEMOCRATICO:

“E’ una proposta indecente. A fronte di utili di Acea pari a centinaia di milioni di euro netti l’anno, la sindaca di Roma ha pensato bene di far pagare ai romani e ai cittadini della provincia gli investimenti della società capitolina sull’ammodernamento delle reti idriche, lasciando intatti i dividendi per i privati.

La paladina dell’acqua pubblica anziché reinvestire parte degli utili, mette le mani nelle tasche dei cittadini e lo fa nel momento più critico della crisi economica e sanitaria da Coronavirus”.

Ancora, “la proposta della sindaca è a dir poco indecente” e per questo i consiglieri dem hanno predisposto una mozione urgenze per scongiurare l’aumento delle tariffe.

Per l’ammodernamento delle reti devono essere utilizzati i soldi ricavati dagli utili d’esercizio.

 

STEFANO FASSINA, CONSIGLIERE COMUNALE DI “SINISTRA X ROMA”:

l’impennata delle tariffe, aumentate già del 6 per cento nello scorso triennio, è “dovuta soltanto in piccola parte a maggiori investimenti programmati su una rete colabrodo con l’obiettivo minimale di portare le perdite al 30 per cento.

La parte più rilevante dell’aumento è finalizzata a continuare a garantire rendite stratosferiche ai soci privati”. Ha dichiarato, quindi, che sosterrà le richieste del Pd.

Già a maggio l’Acea ha inviato bollette con maxi-conguagli ai cittadini perché è stata applicata, retroattivamente, la nuova tariffa. L’aumento era stato stabilito lo scorso novembre dai sindaci dell’Ato 2 in linea con quanto chiesto da Arera, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente a novembre del 2018. All’epoca, infatti, Arera aveva dato l’ok all’applicazione delle nuove tariffe proposte dalla conferenza dei sindaci.

 

COORDINAMENTO ROMANO ACQUA PUBBLICA

“Per fortuna, al momento, quella avanzata dalla Sindaca Raggi rimane solo di una proposta (scellerata) visto che la Conferenza dei Sindaci dell’ATO 2 del Lazio svolta lo scorso 4 novembre ha deciso di voler approfondire meglio la questione e ha rinviato la discussione al 20 novembre.

Già a maggio l’Acea ha inviato bollette con maxi-conguagli perché è stata applicata, retroattivamente a partire dal 1 gennaio 2019, la nuova tariffa sulla base della delibera ARERA (665/2017/R/idr) che ha istituito il nuovo metodo tariffario, cosiddetto TICSI. L’aumento era stato stabilito a novembre 2019 dai sindaci dell’ATO 2 in linea con quanto chiesto da ARERA.

Evidentemente ciò non bastava a soddisfare la voracità di ACEA per cui la proposta della Raggi prevede un aumento progressivo della tariffa dell’acqua del 6,3% anno per tre anni di seguito. In estrema sintesi un incremento del 19% entro il 2023.

L’alibi dietro cui ci si nasconde sono le spese di investimento per l’ammodernamento delle reti.

Peccato che la percentuale delle perdite resti costante intorno al 40%.

Il Coordinamento Romano Acqua Pubblica assicura che lavorerà per scongiurare questo ulteriore aumento delle tariffe scellerato, a maggior ragione in questa situazione di emergenza.

 

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