28 Aprile, 2024
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Quattro trapper sono stati arrestati a Roma per pestaggi e odio razziale

Gli episodi sono avvenuti a marzo e aprile 2020. I giovani sono tutti esperti di arti marziali e pugilato

Hanno tra i 23 ed i 36 anni i quattro ‘trapper’ autori di due violente e brutali aggressioni consumate tra marzo ed aprile 2020 a Roma e arrestati oggi dai poliziotti della Digos. Si tratta di Alex Refice, conosciuto come ‘Sayan bull’, Manuel Parrini, Llunga Omar Nguale e Tiziano Barilotti. Tutti esperti di arti marziali e pugilato, sono accusati dei reati di sequestro di persona, violenza privata, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, a conclusione delle indagini coordinate di Roma.

A tradire gli indagati, tutti destinatari di ordinanza di custodia cautelare domiciliare, è stato il ‘film’ delle violenze pubblicato a distanza di poche ore su Youtube, a voler ostentare la brutalità con la quale le vittime erano state ripetutamente colpite fino a subire serie lesioni personali.

Il primo episodio, che risale al 7 marzo 2020, si è consumato nella cornice del mondo ‘trap’, che fa riferimento a un sottogenere musicale dell’hip hop che vede tra i temi principali droga, sesso, successo, fama e soldi. 

Pochi minuti prima della mezzanotte, il 7 marzo scorso, il ‘branco’ è arrivato in uno studio di registrazione musicale dove altri ‘trapper’ erano intenti a suonare, ed è esplosa la violenza. I quattro, impedendo fisicamente ogni via di fuga, hanno colpito senza alcuno scrupolo le vittime, ‘avvalendosi’ delle tecniche di arti marziali e pugilato.

Durante l’aggressione, le vittime, sanguinanti, sono state costrette a restare in ginocchio e con lo sguardo rivolto in basso, a sottolinearne la ‘sottomissione’ agli aggressori. Le violenze si sono protratte per almeno un’ora, fino a quando i quattro si sono allontanati dalla sala di registrazione. Non si esclude il concorso di complici con funzioni di copertura, dell’azione in scena all’interno, e proseguono quindi le indagini per le altre identificazioni.

A tingersi di discriminazione razziale, etnica e religiosa,

è la seconda azione, accertata ad aprile (ma di cui non è ancora certa la data) quando i quattro, in strada, si sono scagliati improvvisamente e senza alcun motivo su un passante, un cittadino di origini extracomunitarie, anche in questo caso mandando in scena un copione di violenza brutale che ha lasciato a terra la vittima, priva di sensi.

Ad aggravare le immagini, i commenti che documentano l’oltraggio al benché minimo sentimento di umanità per la vittima che è stata “sbeffeggiata” con la frase “questo è un uomo” e definita “sprecata”, quasi a svilirne la dignità anche come vittima di violenza.

Tutti gli aggressori hanno già precedenti per reati contro la persona, tra cui lesioni personali e rissa, nonché, a diverso titolo, per porto d’armi e oggetto ad offendere e, in un caso, per reati contro il patrimonio.

(Agi)

 

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