4 Maggio, 2024
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Il presidente e lo scienziato: la resa dei conti tra Trump e Fauci

Il rapporto con Donald Trump, però, si è incrinato ancor prima che il coronavirus si diffondesse negli Stati Uniti, quando la Casa Bianca cercava di sminuire i primi allarmi lanciati da Fauci. 

Sono passati undici mesi, con oltre nove milioni di casi e più di 231 mila decessi solo negli Usa, e Trump ha pubblicamente minacciato Fauci di licenziamento

Nel 1978, a 44 anni, Anthony Fauci fu nominato direttore dell’Istituto nazionale americano per lo studio delle allergie e delle malattie infettive: una carica che ricopre ancora oggi, 32 anni dopo. Una continuità che ha visto l’immunologo con origini siciliane in prima linea ogni volta che un’epidemia ha colpito il pianeta, dall’Hiv alla Sars, da Ebola alla Mers.

Per la qualità del suo lavoro e dei suoi studi, nel 2008 ha ricevuto dall’allora presidente, George W. Bush, la Medal of Freedom, la più alta onorificenza americana. Con la pandemia di Covid-19, Fauci è diventato così popolare tra gli americani che una pasticceria di New York si è inventata una ciambella in suo onore.

Il rapporto con Donald Trump, però, si è incrinato ancor prima che il coronavirus si diffondesse negli Stati Uniti, quando la Casa Bianca cercava di sminuire i primi allarmi lanciati da Fauci. Sono passati undici mesi, con oltre nove milioni di casi e più di 231 mila decessi solo negli Usa, e Trump ha pubblicamente minacciato Fauci di licenziamento, dopo le elezioni però. “Non ditelo a nessuno, ma lasciatemi aspettare un po’ dopo le elezioni”, “Ha sbagliato molto. È un brav’uomo però ha sbagliato molto”, ha detto il presidente in un comizio in Florida ai suoi sostenitori che gli chiedevano in coro “Licenzia Fauci”. Ma è solo l’ultima goccia.

Fauci è entrato in contrasto con il presidente in diverse occasioni, fino a chiedersi retoricamente, in una recente intervista alla rivista Science: “Posso togliergli il microfono quando dice cose che non condivido?”. L’ultima uscita che ha fatto infuriare la Casa Bianca è stata un’intervista rilasciata al Washington Post, nemico giurato del presidente, in cui ha lodato l’approccio alla pandemia dello sfidante democratico, Joe Biden, criticando invece quello di Trump. “Abbiamo bisogno di un presidente che ascolti gli esperti come il dottor Fauci” ha twittato il candidato Dem.

Biden “prende sul serio il virus dal punto di vista della salute pubblica”, mentre il presidente “guarda la cosa da una prospettiva diversa, l’economia e la riapertura del Paese”, sono le parole di Fauci che ha avvertito, inoltre, di una “congiunzione astrale” negativa che “porterà la gente a farsi molto male” per il Covid con l’arrivo del freddo.

L’immunologo ha quindi chiesto ai governatori di agire e prendere provvedimenti contro la pandemia, disconoscendo tutta la politica di Trump. Per la Casa Bianca un affronto “inaccettabile”. Fauci viene accusato di “fare politica a tre giorni dalle elezioni, infrangendo tutte le norme”. Già a metà ottobre erano volate altre parole pesanti. “La gente è stanca di ascoltare Fauci e tutti questi idioti che non ci hanno preso (nelle loro previsioni). Fauci è un disastro che è lì da 500 anni. Ogni volta che appare in televisione c’è sempre una bomba, ma sarebbe un bomba ancora più grande se lo licenziassi”, aveva detto Trump in un suo intervento a un meeting. “Se lo avessi ascoltato, avremmo 500 mila morti”, ha insistito.

“Non ci sentiamo direttamente da diverso tempo, sono mesi che non partecipa ai briefing della task force sul Covid”, ha detto recentemente Fauci a Msnbc, parlando del presidente. E a questo punto è probabile che solo uno fra Trump e il più famoso immunologo d’America sia destinato a restare in carica dopo le elezioni.

(Agi)

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