18 Aprile, 2024
spot_imgspot_img

Parte ricorso al tar contro la realizzazione dell’impianto di compostaggio rifiuti a Cesano

 

Dopo anni di discussioni, e nonostante la motivata opposizione di associazioni, comitati e forze politiche, la Regione Lazio ha dato il via libera alla realizzazione dell’impianto di compostaggio dei rifiuti a Cesano.

Contro questa decisione è partito un ricorso al tar sottoscritto da vari soggetti.

Il Consiglio comunale di Anguillara, nella sua prima seduta, aveva deciso alla unanimità di opporsi alla realizzazione dell’impianto, secondo modalità da valutare rapidamente (la scadenza per il ricorso al Tar era il 30 Ottobre) cioè se unendosi al ricorso in preparazione dai comitati oppure attraverso iniziativa autonoma. Non risulta nessuna decisione pubblicata, ad oggi,  sull’Albo Pretorio.

Questo impianto è finalizzato al recupero di rifiuti urbani biodegradabili provenienti da raccolta differenziata mediante compostaggio: dovràtrattare la frazione organica (scarti di cucina, scarti mercatali, fanghi biologici) e lo scarto verde al fine di ottenere un compostato misto di qualità da utilizzare in ambito agricolo, forestale e florovivaistico”. La sua realizzazione è prevista in via della Stazione di Cesano, a 600 metri dal confine del Comune di Anguillara Sabazia, e vicino a quelli di Campagnano e Formello.

Dovrebbe trattare 60mila tonnellate l’anno di rifiuti – 50 mila organici e 10 mila verdi – prodotti nella zona Nord di Roma: Municipio III, Municipio XV e una parte del XIV.

Questa iniziativa, fortemente voluta dalla Sindaca Raggi e sostenuta fino a pochi giorni fa anche dal municipio direttamente interessato a maggioranza grillina, è stata da sempre fortemente criticata dai cittadini dei territori circostanti e da varie forze politiche.

Non viene messa in discussione la necessità di impianti di compostaggio nel Lazio; anzi si è sempre criticata la politica dissennata, o meglio la non politica, di gestione dei rifiuti, che di fatto ha bloccato la regione a percentuali di raccolta differenziata indegne di una grande regione e specialmente della capitale d’Italia; si è sempre criticata la volontà di aggirare il problema con scorciatoie sicuramente più “facili”, ma devastanti per i territori, per la salute dei cittadini, e per la credibilità delle Istituzioni che sbandierano la volontà di puntare al riciclo, di voler attuare la strategia dell’economia circolare, e poi si rifugiano in discariche e inceneritori.

A tutti è evidente che senza i necessari impianti idonei a “gestire” il materiale (potenzialmente non più rifiuto) derivante da raccolta differenziata, tutto si inceppa, e i rifiuti rimangono tali invece di diventare risorsa.

L’obiettivo è riuso e riciclo: la raccolta differenziata è il primo dei due strumenti necessari; se non si aggiunge l’altro strumento costituito dagli impianti di trattamento, il sistema va in tilt, col risultato di aver speso tanti soldi e poi continuare a bruciare e buttare in discarica.

Tornando all’impianto di trattamento della frazione umida, le critiche riguardano il merito del percorso che ha portato alla decisione dellansua realizzazione a Cesano; in particolare:
Dimensioni dell’impianto:

bisogna evitare impianti di grandi dimensioni puntando su quelli di taglia medio-piccola (massimo 30.000 tonnellate l’anno), che non comportano aumenti dei costi specifici e di gestione

Localizzazione dell’impianto:

bisogna evitare siti pregiati sul piano dei beni agricoli, ambientali e archeologico-culturali, siti non adeguatamente serviti da un sistema di trasporti e viabilità, siti adiacenti a centri abitati, siti già “gravati” da altre criticità, siti in aree “sensibili” interessate da particolari piani di evacuazione in caso di emergenze.

Coinvolgimento dei cittadini:

deve essere reale e non di facciata; i cittadini devono poter essere parte attiva del processo pianificatorio e decisionale, e devono potere essere successivamente coinvolti durante la fase di esercizio dell’impianto con attività di monitoraggio e controllo che riguardano la gestione complessiva, il rispetto delle prescrizioni, il rispetto delle normative, ecc..

Ebbene, l’impianto che si vorrebbe realizzare a Cesano entra in contraddizione con tutti e 3 i punti precedenti.

C’è poi un altro punto rilevante, la tipologia dell’impianto:

a Cesano è previsto il compostaggio aerobico, anche se si sente spesso sostenere che sarebbe meglio trattare la frazione umida da raccolta differenziata con tecnologia anaerobica per produrre biogas: tale soluzione va contro la logica di privilegiare la produzione di materia (in questo caso compost di qualità), mentre invece ha senso per trattare materiale organico sporco separato dalla frazione indifferenziata in impianti TMB/TM.

Non si tratta, quindi, di opposizione preconcetta o ideologica, bensì motivata da considerazioni di merito: su queste, e altre, considerazioni si basa il ricorso al Tar.

La storia della vicenda ricalca un percorso purtroppo visto più volte: decisioni di fatto calate dall’alto, non adeguate, contrastate dai cittadini

Il commento, tempo fa, di Giandaniele Giampaoli, fondatore del comitato contro la realizzazione dell’impianto di compostaggio di Cesano:

“Una vera e propria aggressione alla periferia nord di Roma: consumo di suolo a favore del cemento e contaminazione di aree di pregio agricolo” – commenta . “E dire che la cittadinanza era anche disposta a parlare e contribuire alla soluzione smaltimento rifiuti ma aveva pur sempre affermato con ogni mezzo che il sito scelto non era idoneo. Certamente la città di Roma necessita di impianti per il trattamento dei rifiuti ma le soluzioni si debbono trovare in prossimità delle grandi strade di comunicazione, come il Grande Raccordo Anulare, non di certo lontane dalla produzione dei rifiuti e non certo investendo la periferia più lontana con ulteriori penalizzanti situazioni di degrado e con viabilità praticamente già al collasso”

Anche il capogruppo del Pd in Municipio XV, Daniele Torquati critica la decisone come “Scelta folle e dannosa”:

 “Come noto e come sapevamo la Regione Lazio, per legge, ha il dovere di adottare tutte le procedure per la verifica di ogni proposta di localizzazione che arriva da privati o comuni. Purtroppo nulla di nuovo, soprattutto l’ostinazione del Comune di Roma, e quindi della Raggi attraverso l’AMA, di realizzare l’impianto. È ormai evidente a tutti che tale scelta sia folle e dannosa non per Roma Nord, ma per l’intera città: lo confermano le dodici pagine di prescrizioni che la Regione Lazio ha formalizzato nella valutazione di impatto ambientale. Prescrizioni che costeranno di più dell’impianto stesso”. 

In effetti c’è da dire che nel documento della Regione che dà parere positivo alla compatibilità ambientale del progetto si stabiliscono anche le condizioni e le prescrizioni per la sua realizzazione (che dovrà avvenire entro cinque anni) che dovranno essere espressamente recepite nel successivo provvedimento autorizzativo. E tali prescrizioni sono assai gravose.

Da ultimo, le decisioni del Comune di Anguillara.

Come ricordato, il Consiglio comunale nella riunione del 24 Ottobre ha approvato una mozione proposta dal consigliere Falconi contro la realizzazione dell’impianto, modificata su proposta dal consigliere Stronati.

Sostiene Stronati:

“ho proposto un emendamento alla mozione che avrebbe consentito al Comune di ricorrere anche insieme alle associazioni che già si erano attivate, proprio perché temevo che non si riuscisse a presentare in tempo un ricorso autonomo vista la scadenza dei termini molto ravvicinata. Pare non sia andata così, nel qual caso non resta che ricorrere al consiglio di stato. Auspico che il Sindaco dia seguito al mandato unanime avuto dal consiglio comunale e porti in giunta la delibera che disponga il ricorso al Presidente della Repubblica: perché é importante dare un segnale politico amministrativo a difesa della nostra città che non si può fare semplicemente approvando gli intenti della mozione ma onorandoli. Assicuro, come gà detto in Consiglio, il massimo supporto all’azione del comune, anche mettendo a disposizione la conoscenza e soprattutto i documenti dell’associazione Progetto Comune (unico soggetto di Anguillara ad aver attualmente agito concretamente contro l’impianto)”

Aspettiamo ora gli sviluppi della vicenda, nell’attesa di conoscere come si stia muovendo il Comune di Anguillara e sapendo cha già altri comitati e associazioni hanno appoggiato, o si accingono a farlo, il ricorso depositato

(L’agone)

Ultimi articoli