29 Aprile, 2024
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Speranza: “Tamponi rapidi in farmacia”, mentre si decidono le chiusure nelle regioni

Verso un accordo per test rapidi anche dai medici di famiglia.

Sardegna verso il lockdown totale di 15 giorni.

Trattative tra Stato e governatori per inasprire alcune misure.

La ministra Azzolina scrive a De Luca e Fontana: “Lasciate aperte le scuole”. La Puglia tiene i ragazzi dell’ultimo trienno delle superiori a casa

 

I tamponi rapidi si potranno fare in farmacia. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza nel corso della riunione con le Regioni annunciando l’inizio di una fase di sperimentazione: “In farmacia si fanno già i test sierologici in alcune regioni, proviamo a fare una sperimentazione come sta avvenendo a Trento per effettuare gli antigenici anche in farmacia”. Speranza si è detto poi d’accordo con le Regioni che hanno chiesto di semplificare le procedure di tracciamento.

A questo proposito medici di famiglia, conferenza Stato-Regioni e sindacati sono convocati lunedì per un accordo sui test rapidi in carico ai medici di medicina generale. La nuova normativa prevede l’adesione volontaria dei camici bianchi e una possibile aggiunta contrattuale all’accordo collettivo di lavoro dei medici di base.

Presto, oltre a misure sul piano sanitario e del tracciamento, potrebbero però arrivare altre chiusure mirate. Oggi Walter Ricciardi, professore di igiene all’Università Cattolica e consigliere del ministro della Salute  ha infatti affermato: “Ci troviamo di fronte a un andamento esponenziale perché non abbiamo fatto quello che avremmo dovuto fare 2 settimane fa-  ha detto l’esperto – nelle aree metropolitane c’è un indice di trasmissione del 2.3, significa che il raddoppio dei casi può avvenire di giorno in giorno, come già iniziamo a vedere in Lombardia. Due settimane fa ho detto che viaggiavamo sulla lama del rasoio e avevo previsto i 16.000 casi prima di Natale. Ma li abbiamo avuti ieri”.

Così, se tre regioni (LombardiaCampania e Lazio) hanno già il coprifuoco, altre, come il Piemonte, ne hanno forme più articolate ed altre ancora come la Sardegna valutano una chiusura totale di 15 giorni.

I vertici politici

A livello politico proseguono vertici e mediazioni: i rappresentanti del Governo Boccia e Speranza, il capo della Protezione civile Borrelli e presidenti delle Regioni sono riuniti per valutare, tra l’altro, se arruolare operatori sanitari e socio sanitari che aiutino le asl nel tracciare i contagi. Si valuta anche se impedire gli spostamenti tra regioni e a questo proposito il presidente del Veneto, Zaia, ha dichiarato: “Pensare di fermare i passaggi tra regioni vuol dire fare il lockdown. Meglio la mascherina per i cittadini, anziché pensare ai confini delle regioni o ai mini-lockdown per mettersi il cuore in pace”.

La scuola

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, chiede che non sia la scuola a pagare per prima e ha scritto al governatore della Lombardia, Fontana, perché trovi “soluzioni differenti a quella adottata”. Nella regione, infatti, il presidente ha predisposto la chiusura delle lezioni in presenza per le superiori. Stessa lettera la ministra ha inviato al presidente della Campania, De Luca, che ha chiuso le scuole di ogni ordine e grado.

Autocertificazioni e sanzioni

Visto che è tornato il tormentone autocertificazioni, molti si chiedono se, come accadeva lo scorso marzo, le forze dell’ordine potranno fornire i moduli al momento. Il Viminale ha chiarito che chi non l’avrà con sé se lo vedrà consegnare dagli agenti e che il modulo, scaricabile sul sito del ministero dell’Interno) è uguale per le tre Regioni che hanno adottato il coprifuoco e cioè Campania, Lazio e Lombardia. La Campania ha fatto sapere che se si contravviene all’ordinanza la multa potrà andare da 400 a 3mila euro. In ogni caso, si potrà derogare al divieto soltanto per comprovata urgenza o per lavoro. Niente passeggiata per portare fuori il cane o corsetta in notturna, per violare il coprifuoco il motivo dovrà essere grave.

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Al momento, le regioni che hanno attuato misure più restrittive rispetto al Dpcm di tre giorni fa restano Lombardia, Liguria, Campania e Piemonte,  A seconda dell’aumento dei casi la Sardegna potrebbe attuare una chiusura totale per 15 giorni e un’ordinanza è attesa domani o dopo.

Campania

L’ordinanza che impone la chiusura dei negozi e dei locali pubblici dalle 23 alle 5 del mattino è valida da domani fino al 13 novembre. Le scuole restano chiuse e sembra allontanarsi la riapertura delle scuole primarie prevista per lunedì 26. Il governatore De Luca ha anche deciso di vietare gli spostamenti tra province, se non “per motivi di lavoro, sanitari, scolastici, socio-assistenziali, approvvigionamento di beni essenziali”, da motivare comunque con l’autocertificazione.

Lazio

Anche qui a partire da venerdì notte, 23 ottobre, e per 30 giorni, non si potrà uscire dalle 24 alle 5, con il blocco totale alla circolazione notturna. Da lunedì, per le scuole superiori prevista la didattica a distanza al 50%, tranne che per gli alunni di IV ginnasio o del primo anno. Anche all’Università, sempre dal 26 ottobre, lezioni online al 75% tranne che per le matricole e le attività di laboratorio.

Liguria

Coprifuoco in alcune zone soltanto a Genova, dove il sindaco ha decretato che dalle 9 di sera alle 6 del mattino “si potrà circolare soltanto se si va in uno specifico esercizio commerciale, in un ristorante o in un bar. L’accesso ‘ ludico’ può essere consentito solo se si va in un esercizio commerciale al chiuso o all’aperto, ma con posti a sedere. C’è però una limitazione per le scuole, dove da lunedì nelle superiori si passerà, a parte per le prime classi, alla didattica a distanza a rotazione per il 50% degli studenti.

Lombardia

Da questa sera ci sarà il coprifuoco di tutte le attività dalle 23 alle 5. L’ordinanza del presidente Fontana prevede inoltre che “le scuole secondarie di secondo grado e le istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado devono realizzare le proprie attività in modo da assicurare, dal 26 ottobre, il pieno svolgimento della didattica a distanza per le lezioni, qualora siano già nelle condizioni di effettuarla e fatti salvi eventuali bisogni educativi speciali”, ma come detto sono in corso colloqui con la ministra dell’istruzione. Chiusi nel fine settimana “le grandi strutture di vendita nonché gli esercizi commerciali al dettaglio presenti all’interno dei centri commerciali, disposizione che non si applica alla vendita di generi alimentari, nonché alle farmacie e parafarmacie e altre categorie merceologiche”. I bar e i punti di ristoro che non hanno consumo al tavolo devono però chiudere alle 18.

Piemonte

In Piemonte obbligo per le classi dalla seconda alla quinta della scuola secondaria di secondo grado di seguire per almeno il 50% dei giorni la didattica digitale a distanza, in alternanza con la presenza in aula. Come in Lombardia, centri commerciali chiusi nel fine settimana, anche per evitare, ha detto il governatore Cirio, che si riversassero in Piemonte i consumatori dalla confinante Lombardia. Tutte le attività devono comunque chiudere entro mezzanotte, a parte bar e ristoranti che non hanno consumo ai tavoli, che chiudono alle 18. Per quanto riguarda Torino, è attesa l’ordinanza della sindaca Appendino per limitare la movida in piazza Santa Giulia, Via Matteo Pescatore e piazza Montanari.

Puglia

Da lunedì 26 ottobre e fino al 13 novembre in Puglia sospese tutte le attività didattiche in presenza in tutte le scuole secondarie di secondo grado limitatamente all’ultimo triennio. Lo ha deciso il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha emanato un’ordinanza per far fronte all’emergenza coronavirus. Inoltre, il presidente della Regione Michele Emiliano ha chiesto alle scuole di indicare tenendo conto anche del giudizio dei ragazzi e delle famiglie “quali linee di trasporto sono sovraccariche e quindi hanno bisogno del disallineamento degli orari, in modo tale da utilizzare più volte lo stesso mezzo, o del rafforzamento della linea con nuovi mezzi e autisti”.

Marche

Nelle Marche, l’ordinanza del presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, valida dalla mezzanotte di oggi fino al 15 novembre, prevede didattica a distanza per il 50% degli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, capienza al 60% per i mezzi pubblici, oltre a nuove regole di accesso ai centri commerciali e divieto di consumo  di cibo e bevande in assembramento nei luoghi pubblici vicino ai locali per tutta la giornata. La didattica a distanza partirà sabato per dare modo alle scuole di organizzarsi e la riduzione della capienza dei mezzi pubblici “quattro giorni dopo, così le aziende avranno modo di misurare le differenze nel flusso degli utenti”, ha spiegato Acquaroli. Per i centri commerciali e la grande distribuzione, è ammessa la presenza di una persona ogni 10 mq, con un potenziamento delle sanificazioni. Tra le altre misure, le sale giochi e sale bingo aperte della 8 alle 21, mentre le palestre restano aperte ma con raccomandazioni per la sanificazione e gli assembramenti. Intanto è stato raggiunto un accordo con il Coni per spostare di qualche settimana l’inizio di alcuni campionati di prima, seconda e terza categoria, C1 e C2 del calcio a 5.

(La Repubblica)

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