29 Aprile, 2024
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Coronavirus Roma, la rivolta dei privati contro D’Amato. “Ci lega le mani”

La Regione lo aveva annunciato: i numeri saliranno. E ieri infatti siamo arrivati a 579 contagi da coronavirus, di cui 201 a Roma e dunque a un più 184 rispetto al giorno precedente. Cinque i decessi. Tra i cluster quello della sede di Guidonia della ditta di spedizioni Bartolini, con 16 contagiati e 40 persone in isolamento domiciliare. In tutte le Asl si registrano decine di casi con link in famiglia e numeri importanti a Latina e Viterbo.

Il coronavirus è entrato anche in Consiglio regionale: è stato trovato positivo Albino Ruberti, capo di gabinetto del presidente della regione Nicola Zingaretti. Positiva anche la consigliera Sara Battisti, originaria di Fiuggi ed eletta nelle fila del Pd. Ieri pomeriggio una palazzina della sede della regione di via Cristoforo Colombo è stata evacuata per essere sanificata ed è stato avviato il contact tracing. Rischia la quarantena l’intera giunta regionale. Zingaretti, che era rimasto contagiato il 7 marzo durante una manifestazione pubblica a Milano, sarebbe ancora coperto dall’immunità dovuta al fatto di aver contratto il virus sette mesi fa.

Intanto l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, in una situazione che si fa via via più pressante con numeri che prima non si erano mai visti, e con tamponi che ieri sono arrivati ai 15mila eseguiti in un solo giorno, continua a rivolgersi alle strutture private: ” Pochissimi laboratori (una decina su 94 strutture accreditate) sono riusciti ad attrezzarsi e a offrire il servizio alla tariffa concordata ” spiega D’Amato. “Ed è strano se si pensa a quanto abbiano insistito le cliniche private per poter partecipare alle analisi”.

Ma i laboratori privati non ci stanno: ” Non ci stiamo adeguando perché non siamo in grado di farlo.

Le richieste della determina della regione Lazio ce lo rendono impossibile” spiega Marco Santini, direttore operativo della casa di cura Villa Stuart. “Sono state autorizzate 94 strutture che hanno fatto richiesta per essere accreditate per eseguire il tampone naso- faringeo: quest’ultimo, a differenza del tampone molecolare di secondo livello, che viene eseguito per esempio allo Spallanzani, ricerca l’antigene anziche l’rna virale, cioè il virus stesso.

Ecco perché si è potuto estenderlo a tutti i laboratori che non sono strutture ospedaliere. Il problema ” continua il dirigente, ” è che la ricerca deve essere oltre che qualitativa anche semi quantitativo e quantitativo: e la regione Lazio è l’unica che ha posto questa condizione. Peccato che sul mercato non si riescano a trovare kit che danno un risposta qualitativa (dicono si o no alla positività, come un test di gravidanza) e quantitativa ( indicano la quantità di antigene): saranno disponibili soltanto alla fine di febbraio. Abbiamo mandato una Pec alla regione facendo presente il problema: non ci hanno risposto”.

Ci si domanda, allora: se nessuno, tranne poche grandi strutture come il Santa Lucia, è in possesso di una strumentazione del genere quali tipi di risposte diano le 9 già operative, visto che nessuna risponde al punto 3 della determina regionale. ” Abbiamo il call center bloccato ” conclude Santini. “Impossibile spiegare a quanti ci chiamano – anche 400 telefonate al giorno – quale è il punto. Cosa dobbiamo fare?”.

Ieri poi è arrivata ai medici di base una mail dalla Regione con le “indicazioni ministeriali per la durata e il termine dell’isolamento e della quarantena”: gli asintomatici positivi devono osservare un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo. I sintomatici positivi devono restare in isolamento 10 giorni, seguiti da un test molecolare eseguito dopo 3 giorni senza sintomi.

I positivi senza sintomi da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. I contatti stretti asintomatici di casi con infezione confermata devono osservare una quarantena di 14 giorni dall’ultimo contatto oppure 10 giorni con tampone alla fine. Ma in nessun caso il tampone si esegue prima. Rapiti in casa.

(La Repubblica)

 

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