19 Marzo, 2024
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Referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari

Come funziona e le ragioni del Sì e del No.

Il 20 e 21 settembre prossimo, oltre alle elezioni Comunali, i cittadini italiani sono chiamati ad esprimersi, attraverso il referendum costituzionale, sulla riduzione del numero dei parlamentari di Camera e Senato.

La particolarità di questa consultazione consiste nel fatto che il Referendum è “confermativo” e sarà sufficiente esprimere il proprio “si” o il “no”: non esiste il quorum, per cui il risultato finale sarà comunque valido.

I seggi saranno aperti domenica 20 settembre dalle 7:00 alle 23:00 e lunedì 21 dalle 7:00 alle 15:00.

Quest’anno, oltre al documento di riconoscimento e la tessera elettorale, sarà necessario portare al seguito la mascherina e, si raccomanda, di rispettare le disposizioni sanitarie anti-contagio e mantenere il giusto distanziamento.

Per questa consultazione sono chiamati ad esprimersi al referendum 51.559.898 cittadini aventi diritto al volo.

Ma per cosa si andrà ad esprimere la propria preferenza…? I cittadini voteranno sulla riduzione di 1/3 dei parlamentari di Camera e Senato che è già un provvedimento di riforma approvato circa un anno fa in Parlamento con un voto compatto di quasi tutti i partiti.

Tuttavia, a distanza di poco tempo, si sono determinati due schieramenti che vedono alcuni partiti oggi contrari alle dichiarazioni espresse dopo il voto in Aula.

Le ragioni del si, oggi, si sovrappongono alle ragioni del no e anche all’interno dei partiti si sono costituite correnti di pensiero contrarie a quelle del partito stesso: insomma, si sente dire tutto ed il contrario di tutto.

Ed i Cittadini italiani vivono questa incertezza e confusione.

Proviamo a districare questo groviglio “costituzionale”…

La scheda del referendum confermativo sul taglio dei parlamentari sarà verdino acqua (confondibile con quella per le Regionali, che però è stata cambiata da molte Regioni).

Il quesito stampato sulla scheda è:

“Approvate il testo della legge costituzionale concernente «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari», approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?”

Essendo un Referendum confermativo, basta scegliere tra due opzioni:

  • SI (Il numero dei parlamentari verrà tagliato)
  • NO (Il numero dei parlamentari non verrà tagliato)

Affinché il Referendum confermativo sia ritenuto valido, non è previsto dalla legge un quorum di validità. In altre parole, non si richiede che alla votazione partecipi la maggioranza degli aventi diritto al voto. L’esito è comunque valido indipendentemente dalla percentuale di partecipazione degli elettori.

Si vota scegliendo il  “Si” o il “No”.

Se vince il sì viene attuata la già approvata riduzione del numero dei parlamentari, con la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione, attraverso un taglio lineare che non incide sulle funzioni di Camera e Senato (il bicameralismo paritario) ed il numero dei Deputati passerebbe dagli attuali 630 a 400, mentre i Senatori eletti scenderebbero da 315 a 200.

Per i parlamentari eletti all’estero, i numeri sarebbero di 8 deputati (attuali 12) e 4 senatori (attuali sei).

C’è chi afferma convintamente che dato che si va a modificare il testo base della nostra democrazia, sarà meglio provare a fare chiarezza su cosa prevede la riforma costituzionale che sarà sottoposta a referendum. C’è chi, invece, chiede a gran voce una vera e propria riforma: in assenza di un quadro di riforma, infatti, il taglio dei deputati e dei senatori si trasforma in una semplice riduzione numerica incapace di rispondere alla necessità di avere un Parlamento più efficiente.

Insomma bastano pochissime persone, anche 4: se tre votano per il sì, vince il sì (o viceversa).

Concludendo, Camera e Senato vengono ridotte di poco più di un terzo (del 36,5% a voler essere pignoli). Oggi c’è un deputato ogni 96 mila abitanti, con il taglio ce ne sarebbe uno per 151 mila. A Palazzo Madama oggi siede un senatore ogni 188 mila abitanti, con il taglio ce ne sarebbe uno ogni 302 mila.

È proprio questa ripartizione che fa storcere il naso ai sostenitori del no. Può un Senatore passare dal rappresentare una popolazione di 188 mila abitanti a una di 302 mila? Esiste una formula magica della rappresentanza? Come funziona all’estero?

Tra i temi principali della campagna, su cui insiste il fortemente per il sì, c’è il tema risparmi: tagliando i seggi, il taglio si abbatterà su 315 stipendi. Si arriva così ad un risparmio annuo di circa 53 milioni alla Camera e circa 29 milioni al Senato, con le variabili del caso.

Vedremo cosa succederà dopo i due giorno di votazioni. A noi il compito di dire la nostra, perché votare è un diritto e un dovere di tutti.

Federica D’Accolti

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