5 Maggio, 2024
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Studenti contro il governo: “scendiamo in piazza”

La manifestazione il 25 e 26 settembre. L’allarme: mancano i trasporti, i lavori di edilizia leggera non bastano, la dispersione scolastica è alle stelle e il numero dei docenti è insufficiente

A «qualche giorno dalla riapertura ancora troppo poco è stato fatto dal governo per la riapertura della scuola: mancano i trasporti, i lavori di edilizia leggera non bastano, la dispersione scolastica è alle stelle e il numero dei docenti è insufficiente. Non è abbastanza! Per questo gli studenti scenderanno in piazza il 25 e il 26 settembre».

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E’ quanto annuncia l’Unione degli Studenti. «La scuola in questo Paese ripartirà in condizioni disastrose: manca un piano di riapertura chiaro e non ci sono risposte concrete ad anni ed anni di definanziamenti – dichiara Alessandro Personè dell’Unione degli Studenti – Il lavoro del ministero è ancora incerto e insufficiente. Ad oggi gli investimenti fatti non risolvono il problema di organico mancante e di edilizia scolastica che continua a vedere le classi pollaio, in un momento in cui questo mette in pericolo anche la nostra salute. L’insufficienza del trasporto pubblico escluderà di fatto gli studenti che vivono in zone marginali e disconnesse rispetto ai grandi centri urbani, o comunque alle cittadine dove hanno sede gli edifici scolastici».

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«Il lockdown ha sottolineato come i livelli di dispersione scolastica e povertà educativa siano in aumento: il Recovery Fund dovrà avere un ruolo determinante per garantire accesso, istruzione gratuita e per ridisegnare un nuovo modello scuola- aggiunge Alessandro Personè -. Vogliamo che il governo incontri le parti sociali per scrivere insieme il futuro della scuola pubblica nel Paese, che parta dall’abrogazione della Buona Scuola». «Per questo il 25 settembre saremo in tutte le città italiane e il 26 settembre accanto al comitato “Priorità alla scuola” a Roma. Non avremo altre possibilità per affrontare i problemi annosi che investono la scuola pubblica: 209 miliardi possono essere un ottimo punto di partenza per capire come si può fare scuola ai tempi del Covid, imparando a lavorare, studiare e socializzare in sicurezza”

(La Stampa)

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