5 Maggio, 2024
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Beirut brucia ancora. Porto, scoppia violento incendio

Un enorme incendio è scoppiato al porto di Beirut a poco più di un mese dall’esplosione che ha devastato la città, scatenando il panico tra i residenti ancora traumatizzati.

Le fiamme sono divampate vicino all’area distrutta il 4 agosto, accanto al Duty Free dello scalo marittimo. Le cause sono ancora da accertare. Dalle informazioni dei media locali, sembra che il rogo sia scoppiato all’interno di un capannone dove erano stati riposti dei pneumatici.

Un’alta colonna di fumo nero si è alzata sulla città, oscurando il cielo. I pompieri, riportano i media locali, stanno cercando di domare le fiamme. Sono accorsi sul posto con i loro mezzi di trasporto su cui sono state attaccate le foto dei colleghi morti un mese fa.

Nel pomeriggio del 4 agosto, intorno alle 18 ora locale, una doppia esplosione ha distrutto mezza città. La zona colpita, con interi edifici sventrati e detriti ovunque, è proprio quella del porto. L’esplosione principale è stata collegata a 2.750 tonnellate di nitrato d’ammonio che erano state confiscate nel 2014 da parte del governo libanese dalla nave abbandonata M/N Rhosus e lasciate nel porto senza misure di sicurezza fino al giorno del disastro. Quasi 200 persone sono morte e 6.500 sono rimaste ferite. I cittadini della capitale, ancora traumatizzati, hanno reagito a questa seconda tragedia, entrando nel panico. Sui social sono state postate immagini e video dell’incendio, quasi tutti accompagnati dallo stesso commento incredulo e scioccato: “Di nuovo? No”.

“Non ci sono rischi di esplosioni”, ha detto il direttore del porto, commentando la notizia dell’incendio. Bassem Qaysi ha confermato che le fiamme si sono propagate all’interno di un deposito contenente barili d’olio industriale e che l’incendio si è poi allargato al vicino deposito di copertoni di ruote. Ha aggiunto che le operazioni di spegnimento si concentrano sulla zona del terminal di autobus e taxi di viale Charles Helou, confinante col porto.

L’attivista libanese Imad Bazzi, e come lui altri utenti social, ha scritto su Twitter che l’aria è diventata irrespirabile. E di nuovo, piove cenere.

(La Repubblica)

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