1 Maggio, 2024
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Corsa al lavoro di babysitter. E le tariffe scendono

Le tariffe scendono soprattutto a Milano

Quella delle babysitter è sicuramente una figura molto richiesta in questo particolare periodo in cui molti genitori devono recarsi ogni giorno al lavoro e gli asili e le scuole sono ancora chiusi (oppure hanno orari che non coprono tutta la giornata). In molti, soprattutto donne, hanno pensato di dedicarsi a questa attività tanto da far nascere un vero e proprio boom di offerta. Lo rileva il portale di annunci Yoopies, che si definisce il principale sito in Europa di assistenza all’infanzia. Secondo la rilevazione annuale effettuata sull’Italia sul costo del baby sitting nel nostro Paese, negli ultimi mesi ci sarebbe stato un considerevole ​aumento di profili alla ricerca di un impiego presso le famiglie ​(+7%). Allo stesso tempo anche l​’età media sarebbe più avanzata ​(33 anni rispetto a 29 dello scorso anno) e ci sarebbe stato un generale ​abbassamento delle tariffe ​delle baysitter nelle grandi città.

Nel dettaglio, il portale Yoopies (attivo in tutta Italia) registra rispetto al rientro del 2019, ​un aumento di 9.000 babysitter alla ricerca attiva di un lavoro, part time o full time. Le evidenti conseguenze della crisi sanitaria ed economica hanno portato moltissime persone ​(93% donne) ad offrirsi come tate, un’occupazione percepita come flessibile, di facile applicazione per guadagnare un po’ di soldi e temporanea, nell’attesa di una ripresa economica e lavorativa più stabile.

A favorire l’aumento dell’offerta nel settore ha giocato anche la percezione del grande bisogno delle famiglie di riprendere il lavoro con le scuole chiuse o aperte a singhiozzo (per probabili quarantene). Secondo un’indagine di Yoopies condotta a fine agosto rivolta alle famiglie iscritte sulla piattaforma, il 56% dei nuclei familiari dichiara che nessuno dei due genitori (o il genitore single) avrà la possibilità di rimanere a casa con i bambini. La scelta di queste famiglie si porrà quindi fra l’interruzione del lavoro di un genitore – sospensione, disoccupazione, aspettativa non retribuita – e il​ pagamento di una tata full time.

Prezzi in discesa

Secondo l’indagine, la tariffa media nazionale è scesa a 7,75 euro l’ora (-1.77% rispetto allo scorso anno. Le variazioni maggiori si riscontrano nelle grandi città: Roma (-3%), Milano (-5%), Firenze (-4%), Torino (-3%), Bari (-2%). In questi grandi centri urbani la perdita del lavoro data dalla crisi, gli affitti più costosi, la lontananza dalle famiglie di origine, spiegano l’aumento considerevole delle baby sitter iscritte sulla piattaforma e ​l’abbassamento del costo medio orario proposto per “battere la concorrenza”.

La relazione mostra come Valle d’Aosta (8,65 euro l’ora), Liguria (8,11 euro l’ora) e Lombardia (8,10 euro l’ora) rimangono le regioni con le tariffe più costose; Molise (7,17 euro l’ora), Calabria (7,01 euro l’ora) e Basilicata (6,06 euro l’ora) quelle meno care. Per quanto riguarda le maggiori città, più modeste sono le tariffe di Lamezia Terme (7,53 euro l’ora), Taranto (7,45 euro l’ora) e Vibo Valentia (7,59 euro l’ora) mentre in testa alla lista dei capoluoghi di provincia più cari si posizionano Reggio Emilia (8,58 euro l’ora), Firenze (8,28 euro l’ora) e Milano (8,26  euro l’ora).

(La Stampa)

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