27 Maggio, 2024
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Il Pd preme su Conte: subito la modifica dei decreti Salvini. E il premier incontra il sindacalista Aboubakar

Il premier Giuseppe Conte è di nuovo sottoposto al pressing del Pd per la modifica dei decreti sicurezza di Salvini.

Già alla vigilia degli Stati Generali era stato Dario Franceschini a rivolgersi al premier per una modifica immediata. Richiesta ribadita oggi in modo ufficiale da Marco Pacciotti, responsabile del Dipartimento immigrazione: «Superare il prima possibile i decreti Salvini e approvare lo Ius Culturae». Una posizione che è stata subito oggetto di attacco da parte del leader del Carroccio: «Il Pd vive su Marte – dice Salvini – invece di occuparsi della cassa integrazione degli italiani, si chiede di regolarizzare i migranti».

Conte, tuttavia, ha bisogno di tutto l’appoggio del Pd se vuole spingere sull’uso dei fondi europei e fare in fretta. E un segnale, in questo senso, è pervenuto proprio oggi quando il premier ha ricevuto Aboubakar Soumahoro, il sindacalista dei lavoratori agricoli, che si è ammanettato ai cancelli di villa Pamphili annunciando uno sciopero della fame finché non avesse avuto risposte sul dramma dei braccianti stranieri «dimenticati dalla regolarizzazione prevista nel decreto Rilancio».

Conte ha ricevuto il sindacalista tra un incontro e l’altro con il mondo delle imprese. «Con grande determinazione Aboubakar ha detto al premier che servono fatti, non più parole» hanno fatto sapere le Sardine, che hanno appoggiato la lotta del sindacalista.

Sumahoro ha chiesto risposte su 3 punti:

1) Riforma della filiera agricola
2) Varo di un piano nazionale per l’emergenza lavoro
3) Cambio delle politiche migratorie

«E’ ingiusto e dannoso far finta che nulla sia avvenuto e che milioni di persone restino cittadini di serie B – ha dichiarato Pacciotti – Servono investimenti massicci e mirati nell’istruzione e nelle politiche di welfare, il coraggio di affermare una visione di società dove gli immigrati siano considerati cittadini e non ospiti indesiderati, riconoscendo finalmente la presenza di questi nuovi cittadini come un dato strutturale e non più transitorio».

(La Stampa)

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