14 Maggio, 2024
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L’Italia perde 31 milioni di turisti stranieri, mancano incentivi

Atteso un impatto anche sui settori “collaterali” al turismo, visto che la spesa degli stranieri rappresenta una voce importante per hotel e strutture turistiche, ma anche per ristoranti e negozi

Chi immagina che i turisti stranieri abbiano messo una croce sull’Italia si sbaglia. Eppure, nonostante la Commissione Ue abbia stabilito la riapertura delle frontiere interne dal 15 giugno e si vada, al 1° luglio, verso una riapertura progressiva di quelle esterne, il calo di presenze sarà inevitabile. Con un impatto anche sui settori “collaterali”, visto che la spesa dei turisti stranieri rappresenta una voce importante non solo per hotel e strutture turistiche, ma anche per ristoranti e negozi. Settori che – al di là delle linee guida contenute nel piano Colao – si aspettavano uno sforzo di sistema concreto per attrarre turisti stranieri in Italia in questo 2020 già azzoppato. Ma che invece, per ora, sono rimasti delusi.

Assente uno straniero su due

Attingendo a fonti diverse si definisce una situazione che, pur nell’incertezza che caratterizza il momento, mostra contorni definiti: l’Italia, Paese che deve al turismo circa il 13% del Pil, quest’anno accoglierà una porzione molto ridotta di turisti internazionali. Secondo l’Enit i visitatori internazionali che pernottano dovrebbero diminuire del 49% (pari a 31 milioni di visitatori) e si tornerà ai livelli pre Covid-19 nel 2023 ; secondo un’indagine di Demoskopika/Statista,il calo degli arrivi si fermerà a quota 29 milioni, con il Veneto (-4,6 milioni), Lombardia (-3,9 milioni), Toscana (-3,3 milioni), Lazio (-2,9 milioni) ed Emilia Romagna (-2,5 milioni) nella top five delle Regioni più colpite. Per recuperare terreno, al momento, non ci sono incentivi stile bonus vacanze, pensato invece per stimolare il turismo interno, né progetti “di sistema”. Valgono le iniziative delle singole Regioni, sia in termine di promozione sia, per esempio, di notti regalate a fronte di una prenotazione (si veda Il Sole 24 Ore del 25 maggio 2020) o delle singole strutture.

L’interesse (online) rimane forte

A fotografare l’interesse ancora vivo nei confronti del Belpaese, di contro, è proprio l’Enit: circa 300mila persone si stanno interrogando su una potenziale vacanza in Italia. La discussione corre online: a fine maggio si contano oltre 754mila citazioni sul viaggio in Italia – di cui 50mila comparse sul web e 704 mila sui social – che hanno prodotto 207,1 milioni di interazioni. «L’Italia viene considerata come un Paese Covid free, iper monitorato e rassicurante stando alla nostra indagine- spiega Giorgio Palmucci, presidente Enit -. I primi segnali di ripresa li avremo dal mercato domestico, ma il turismo di prossimità e i collegamenti agevolati con le tratte autostradali consentiranno anche la ripresa degli arrivi dall’estero e quindi dalle mete più vicine all’Italia che la rendono raggiungibile anche in auto»

Il nodo dei collegamenti

È uno dei nodi chiave, lo spiega Ivana Jelinic, presidente della Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo (Fiavet), d’accordo con Enit su come l’Italia rimanga «il primo Paese nei desiderata dei turisti stranieri». Che, tuttavia fanno fatica ad arrivare (e quindi desistono): «I primi turisti stranieri che vedremo tornare sono i tedeschi, che possono raggiungere tranquillamente in auto l’Italia. Per tutto il resto del mondo non ci sono connessioni definite e quindi non è possibile fare una pianificazione. Non ci sono state, peraltro, campagne a supporto dei vettori stranieri che avrebbero potuto incentivare il turismo internazionale».

Calo della spesa, ma l’incentivo non parte

Secondo l’ultimo report sul turismo internazionale della Banca d’Italia, le entrate per viaggi internazionali nel 2019 hanno raggiunto i 44,3 miliardi di euro, in salita del 6,8% rispetto al 2018. Inevitabilmente, il 2020 sarà un anno nero anche da questo punto di vista: secondo le stime di Demoskopika/Statista solo le prime 10 nazionalità per calo della spesa faranno perdere oltre 6 miliardi di euro.

Un’ipotesi per incentivare gli arrivi ( e lo shopping) dei turisti extra Ue è quella di abbassare o azzerare la soglia per gli acquisti tax free, come già fatto in alcuni Paesi europei. La proposta è stata oggetto di due emendamenti al Dl Rilancio presentati dall’opposizione, ma non sembra verrà presa in considerazione. «Cedere su questo fronte significa mandare in fumo anni di lavoro – dice Stefano Rizzi, country manager Italia di Global Blue, primo operatore tax free in Europa per quota di mercato – per posizionare l’Italia tra e mete preferite, se non “la” preferita, – dai viaggiatori stranieri, perdendo una fetta fondamentale di mercato».

(Il Sole24Ore)

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