28 Aprile, 2024
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Cassa integrazione, ritardi nei pagamenti: “Non abbiamo visto ancora un euro, promesse tradite”

Continuano ad arrivare le testimonianze dei lettori a Repubblica. Tutte le loro difficoltà aspettando di ricevere l’assegno della cassa integrazione

Io e mio marito, ancora a secco

Chiara:
“Buonasera ad oggi 12 giugno, giorno in cui tutte le casseintegrazione dovevano essere pagate, né io né mio marito abbiamo visto un solo centesimo. E preciso che non lavoriamo nella stessa azienda. Fra l’altro, da lunedì saremo di nuovo in capo all’azienda visto il buco legislativo della cassa integrazione fino a settembre (sul punto i ministri Gualtieri e Catalfo hanno annunciato un decreto per poter anticipare le quattro settimane di settembre-ottobre a chi esaurisse la cassa, ndr). Così oltre a fare la metà delle ore le altre nemmeno ci saranno pagate. Noi avevamo due stipendi decorosi, che ci permettevano di andare avanti. E ora, finiti i pochi risparmi dove dovremmo andare? Alla Caritas? Non ho più parole, sono nauseata da tutti”.

Invece per noi due storie positive

Christian:
“Sia io, dipendente di una grande multinazionale che mia moglie, dipendente di una piccola azienda artigiana edile abbiamo ricevuto correttamente e in tempi rapidissimi i soldi della CIG. In tutti due i casi le due aziende si sono mosse per tempo e la nostra regione, il Friuli Venezia Giulia, aveva anche inoltrato tutta la documentazione in tempi rapidi. Praticamente non abbiamo avuto ritardi rispetto agli stipendi. A mio avviso molto è dipeso anche dalla lentezza di acune regioni a fare le dovute richieste e a seguire gli iter previsti; non solo colpa dell’INPS ad erogare gli importi. Inoltre trovo assurdo dare le colpe al Governo, almeno non queste”.

Compulsato il conto, ma niente soldi

“Come migliaia di italiani oggi 12 giugno ho controllato costantemente il telefono nella speranza di vedere un messaggio o una mail dell’Inps, Ma niente, le ennesime parole al vento. Io sono una madre di 3 figli che ho orgogliosamente cresciuto da sola e ai quali negli ultimi mesi ho dovuto negare ogni cosa: mi chiedo fino a che punto i “signori” che stanno al governo vogliono arrivare. Mi chiedo come possano dormire la notte e guardarsi allo specchio, senza pensare alle migliaia di persone che non riescono più a vivere”.

In cassa, ma aspetto ancora

Lettera anonima:

“Il 16 marzo la società per cui lavoro mi mette in cassa integrazione. Nulla di anomalo, visto il momento critico. Dopo diversi giorni sento i vari Tg e vengo rassicurato dal fatto che a breve partiranno i pagamenti. Nel frattempo, per essere onesti, la società per cui lavoro mi informa che per chi lo desidera può fare domanda per avere anticipato (come prestito) lo stipendio. Io per non appesantire il bilancio della società per cui lavoro, rassicurato dai vari soggetti che ripetevano che i pagamenti sarebbero partiti, ho ringraziato e ho deciso di aspettare i pagamenti INPS. Ho letto sul vostro giornare le parole del presidente Inps che assicurava i pagamenti entro venerdì 12 giugno. Sono le 22:58 del 12 giugno e non ho ricevuto niente. Sono molto deluso: ho molta pazienza, ma non ho visto accreditarmi un solo euro da nessuno”.

Tante promesse, ma i soldi anche oggi non arrivano

Dipendente di ristorante:

“Lavoro nel centro di Firenze e dal 9 di marzo sono in cassa integrazione Fis: a oggi non abbiamo ricevuto niente di niente. Tante promesse, a sentire il governo sarebbe arrivata una pioggia di soldi: ma che rabbia, anche oggi 13 giugno ancora la cassa integrazione non si vede. Invece le bollette ci sono, e anche il mutuo. E’ triste dirlo, ma mi stanno togliendo la mia dignità”.

La cassa integrazione non arriva. Tra anticipi negati, moduli e bonus incompatibili: le risposte dell’esperto alle domande dei lettori

Il 12 giugno è passato

Teresa:
“Il 12 giugno è passato ma la promessa di pagare la cassa integrazione entro questa data non è stata mantenuta”.

“Una bella azienda che anticipa”

Maurizio da Reggio Emilia:
“È “bello” raccontare anche di imprenditori come il mio che come prima cosa, ha anticipo a tutti noi dipendenti (siamo circa una ventina) la cassa integrazione garantendo, seppur con tutte le problematiche del caso, lo stipendio senza alcuna interruzione. Devo dire che la maggior parte dei miei amici e conoscenti ha fortunatamente vissuto la stessa situazione”.

Non è arrivato un euro da marzo

Ivan, autista di Pullman:

“Sono un padre di famiglia, dal 1° marzo in cassa integrazione. Il Fondo di competenza è uno di quelli bilaterali, non Inps: come è possibile non ricevere neanche un euro da marzo? Come si può ridurre in povertà una famiglia di cinque persone?”

Perché fidarsi di questa classe dirigenziale?

Carmine, cuoco:
“Nessuno rimarrà indietro, dicevano. Ma i loro stipendioni arrivano regolarmente. Mi chiamo Carmine, faccio il cuoco ed è da marzo che nn vedo 1 euro. Ho quattro figli, un affitto da pagare e aspetto la cassa integrazione. Oggi è venerdì 12, ma dei soldi manco l’ombra. Ma perché ci fidiamo ancora di questa classe dirigenziale?”.

La cassa non basta per l’affitto

Fabio, lavoratore in un bar Tabacchi:
“Da febbraio sono in cassa integrazione in deroga. Ho un contratto part-time e la cassa integrazione che ho ricevuto da febbraio ad oggi è di 690 euro, arrivata il primo giugno. Pagando un affitto di 480 euro per 4 mesi più bollette e assicurazione, mi dovrebbe dire il sig Conte come dovrei fare. Non tralasciamo il fatto che ho una moglie e due figli minorenni. Oltretutto la beffa, perché il Fis non riconosce gli assegni familiari e quindi ho perso 4 mesi che sarebbero stati utili”.

Vivo con mia madre, mi aiuta la sua pensione

Massimo:
“Sono 3 mesi che si sentono solo parole….a cinquant’anni mi ritrovo a vivere con mia madre e farmi aiutare con la sua pensione! Poi parlano di dignità questa è una vergogna”.

Lo Stato dov’è?

Lettera anonima:
“Per oggi era stato annunciato il pagamento ed è rimasto solo un annuncio! Sul conto corrente non c’è niente e sull’account dell’Inps non risulta nulla. Verrebbe proprio da dire: oltre al danno anche la beffa! Tutto questo è vergognoso, ma nella realtà è più che altro drammatico. Non c’è neanche una piccola consolazione, dal momento che a luglio sarò di nuovo in cassa integrazione. Sono sempre stata una statalista convinta, ligia alle regole e convinta che pagare le tasse fosse giusto per me stessa e per la collettività, ma oggi mi chiedo lo Stato che ho sempre tanto sostenuto dov’è?”.

Pagati marzo e aprile, non maggio

Eleonora, lavoratrice in un hotel:
“Il mio albergo in centro a Firenze non ha riaperto e probabilmente non lo farà fino a settembre. La cassa integrazione in deroga non copre l’intero periodo marzo/settembre e quindi il primo problema è come sopravvivere dalla fine della cigd alla riapertura (con stipendio, ottimisticamente parlando, previsto per ottobre). Ogni mese ho affitto, bollette e cibo da pagare. A fine maggio ho scritto all’Inps per sapere quando verrà effettuato il pagamento. Mi hanno risposto indicando gli importi e le date di pagamento. Marzo 2020 era previsto il 27 maggio ed il pagamento è arrivato. Aprile 2020, il 1 giugno. Oggi è il 12 giugno (fatidica data promessa dei pagamenti della cassa integrazione) e non mi è arrivato nulla. Ho chiamato l’inps e mi dicono che ad oggi non c’è niente in pagamento nonostante io abbia la mail protocollata. Sono troppo amareggiata per aggiungere altro”.

Tre mesi senza un centesimo, in Italia non siamo tutti uguali

Barbara:
È l’11 marzo, sono a negozio a lavorare e intorno alle 17 arriva una mail dall’azienda da cui sono dipendente che mi dice di chiuderlo. Chiudo lasciando attaccato un cartello sulla porta che indica la causa: emergenza sanitaria.
Oggi è il 10 giugno e il negozio ha riaperto stamattina.Tre mesi di cassa integrazione in deroga di cui né io né le mie colleghe abbiamo visto ancora un centesimo. L’azienda ci ha aiutato anticipandoci la quattordicesima e, vista l’attesa, ci ha iniziato ad anticipare anche la tredicesima.Le ultime notizie dal presidente dell’Inps riportano che entro questa settimana inizieranno ad erogare la Cigd. Tanta amarezza nel dover di nuovo verificare che in Italia non siamo tutti uguali.

Prendo 400 euro di reddito di cittadinanza, tagliato fuori da tutti gli altri bonus

Roberto, partita Iva
Lo scorso anno ho avuto un crollo del mio fatturato, lavoro nel campo della grafica e stampa, del 90%.Ai primi mesi di quest’anno, molto prima del coronavirus, ho chiesto il Reddito di Cittadinanza, che mi è stato concesso. Questa elargizione di 400 euro mi ha impedito però di accedere ad ogni altra forma di sostegno: bonus, reddito di emergenza, servizi sociali.
Ora mi trovo a sopravvivere con pochi spicci. Sono separato, ed in affitto. E con una figlia disabile. Oggi mi hanno ridotto l’energia elettrica. Ed anche sospeso la linea telefonica.
Abito nella “ricca” provincia di Varese…Scusate per il disturbo, ma anche coloro che una volta erano “imprenditori” ora sono alla canna del gas. E manca davvero poco.

(La Repubblica)

 

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