3 Maggio, 2024
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Per l’Ocse il Pil dell’Italia rischia un -14% se il virus dovesse ritornare in autunno

In questo caso la ripresa è stimata al 5,3% nel 2021. Se il Covid-19 non si riaffaccerà, calo limitato all’11,3%.

Quest’anno possibile un’impennata del debito dal 134,2% al 158,2%. Il capo economista Boone: “Uscita dalla crisi solo con il vaccino o con l’eliminazione del coronavirus”

Il Pil dell’Italia nel 2020 subirà una contrazione che, nel migliore dei casi sarà dell’11,3%, se entro la fine dell’anno non ci sarà una ricaduta della pandemia da coronavirus e che, nel peggiore dei casi, salirà al 14%, se entro la fine dell’anno ci sarà una nuova diffusione del virus.

È quanto emerge dall’Economic Outlook dell’Ocse, in cui si prevede anche una ripresa nel 2021 che, nel migliore dei casi sarà del 5,5% e nel peggiore dei casi sarà del 7,7%. Entrambi gli scenari sono molto diversi da quelli previsti dall’Ocse ai primi di marzo, prima dell’inizio del lockdown, quando l’organizzazione di Parigi, a fronte di una crescita che nel 2029 era stata dello 0,3%, aveva stimato per l’Italia una crescita zero nel 2020 e una ripresa dello 0,5% nel 2021.

La produzione industriale secondo l’Ocse

In Italia, secondo l’Ocse, la produzione industriale “potrebbe cominciare rapidamente a riprendersi” con la fine del lockdown, mentre il turismo e i molti servizi legati ai consumi “si riprenderanno più gradualmente, pesando sulla domanda”. In questo senso si rende necessaria una sostanziosa azione del governo a favore dell’economia. “Ciò è necessario per attutire l’impatto della crisi – spiega l’Ocse – ma, insieme alla caduta del Pil, implica un forte aumento del debito pubblico”. E evidenzia “l’importanza di porre l’economia su una strada di crescita sostenuta”.

Numeri e scenari

Il debito pubblico italiano, a causa del coronavirus, vola e nel 2020 si avvicinerà al 200% del Pil. Secondo l’Ocse, anche a causa degli aiuti di emergenza varati dal governo, dal 156,3% del Pil del 2019 il debito dell’Italia, salirà al 194,7% del Pil quest’anno per poi scendere al 191,8% nel 2021 nello scenario peggiore.

L’indebitamento salirà invece al 181,3% del Pil nel 2020 e poi scenderà al 176,3% nello scenario migliore. Anche il deficit pubblico s’impennerà tra l’11,2% e il 12,8% del Pil nel 2020. Più nel dettaglio, dal 1,6% del Pil del 2019, salirà al 12,8% del Pil quest’anno per poi scendere al 9,7% nel 2021 nello scenario peggiore e salirà invece all’11,2% del Pil nel 2020 e poi scenderà al 6,8% nello scenario migliore.

Sul fronte dei prezzi l’Italia nel 2020 entrerà in deflazione. L’indice dei prezzi al consumo armonizzati, dal +0,6% del 2019, frenerà a -0,2% quest’anno e a -0,1% nel 2021 nello scenario peggiore, mentre si attesterà a -0,1% nel 2020 e risalirà a +0,1% nello scenario migliore.

Anche l’occupazione subirà anch’essa un grave contraccolpo dall’impatto della crisi, risalendo dal 9,9% del 2019 al 10,1% nel 2020 e all’11,7% nel 2021, nello scenario migliore, e al 10,7% e all’11,9% in quello peggiore. A picco la domanda interna che, già debole nel 2019 (-0,2%), scenderà, nel migliore dei casi, del 10,9% nel 2020 per risalire del 7,9% l’anno seguente, mentre, nel peggiore dei casi, arretrerà del 13,7% quest’anno per risalire del 5% nel 2021.

Tracollano nel 2020 anche gli investimenti fissi lordi che, dal +1,4% del 2019, affonderanno del 23,4% e poi risaliranno del 5,6% nello scenario, mentre in quello migliore caleranno del 18,8% nel 2020 e risaliranno del 12,7% l’anno seguente.

(Agi)

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