29 Aprile, 2024
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M5s apre al Mes, il viceministro Sileri: «Ok, ma senza vincoli e stop burocrazia»

Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, a SkyTg24, ha sottolineato che in campo sanitario servono «20-25 miliardi rapidi per riforme strutturali»

Il M5s apre al Mes. Lo fa esplicitamente con il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, che a SkyTg24 su una domanda sul Mes risponde: se sono soldi «senza vincoli e vantaggiosi, e anche in tempi rapidi, allora va bene. L’Italia ha dato tanto all’Europa. Non ci dimentichiamo che l’austerity e i tagli vengono tutti da lì quindi per ripartire è necessario un cambio di passo». E poi aggiunge: «Mai come ora le sorti del nostro Paese, parlando del servizio sanitario nazionale, dipendono dalla burocrazia. Dobbiamo eliminarla per far rinascere il nostro Paese». In campo sanitario servono «20-25 miliardi rapidi (quelli garantiti dal Mes, ndr) per riforme strutturali»

Lombardi: no pregiudizi su Mes

Il via libera arriva in una giornata in cui si registra una mezza apertura anche da parte di Roberta Lombardi, capogruppo M5s della Regione Lazio, che in un’intervista al Corriere della Sera dichiara: «Il Mes? Odio le posizioni pregiudiziali. A oggi la fine delle condizionalità è scritta sulla sabbia. Ma se alla fine dell’iter fosse ratificato il cambiamento, si può pensare di esaminarlo in tutte le sue possibili implicazioni».

Le divergenze finora nella maggioranza

Sull’Europa, insomma le divergenze tra Pd e M5s (con i dem schierati a spada tratta a favore del Mes e Cinquestelle contrari) sembrano iniziare ad attenuarsi. «Dobbiamo puntare ad avere il miglior sistema sanitario d’Europa e del mondo, il Mes è fondamentale», è stato l’affondo del segretario Pd Nicola Zingaretti il 5 giugno sul Sole 24 Ore. Mentre il ministro della Salute Roberto Speranza, (Leu), sfruttando le lezioni apprese con l’emergenza Covid, come anticipato dal Sole 24 Ore, sta lavorando a un maxipiano da 20 miliardi per mettere una volta per tutte in sicurezza il sistema sanitario nazionale. Come? Attingendo ai fondi europei appena si renderanno disponibili: innanzitutto il Mes, che Bruxelles ha messo in piedi proprio per finanziare le spese straordinarie in sanità e per gli effetti «diretti e indiretti» del Covid e che per l’Italia varrebbe fino a 36 miliardi in forma di prestiti (a condizioni molto migliori di quelle di mercato).

La cautela di Conte

I vertici M5s non avevano replicato a queste aperture esplicite in casa dem. Ma il Movimento ha sempre avuto una posizione contraria finora, concentrato com’è sul suo obiettivo principe: un Recovery Fund che abbia una tempistica veloce per la prima tranche di fondi, in linea con le richieste dell’Italia. Solo un mese fa il ministro degli Esteri Luigi Di Maio dichiarava: «Si parla di circa 30 miliardi del Mes per l’Italia, ma noi stiamo lavorando su un accordo per il Recovery Fund che vale tra i 1.500 e 2.000 miliardi. Quindi, se ci sarà un poderoso Recovery Fund, non ci sarà bisogno di nessun altro strumento». E il premier Giuseppe Conte ha sempre mantenuto una posizione cauta, di mediazione. In conferenza stampa a Palazzo Chigi il 3 giugno ha dichiarato a proposito del Mes,: «Quando avremo tutti i regolamenti li porterò in Parlamento e con il Parlamento decideremo. Ricordo che è un prestito, vanno valutate una serie di previsioni inserite nel regolamento»

(Il Sole24Ore)

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