29 Aprile, 2024
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Mattarella: una presenza fondamentale, garanzia per tutti gli italiani

Il Presidente Mattarella ha fatto sentire a tutti noi la presenza dello Stato, dalla celebrazione della festa della Repubblica alla visita di vari ospedali; e continuerà tornando a Codogno.

Di seguito una sintesi, iniziando dalla sua futura visita a Codogno.

Il 28 giugno sara’ a Codogno alla Messa da Requiem di Donizetti

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella assisterà alla commemorazione delle vittime bergamasche del coronavirus: il Capo dello Stato ha oggi confermato la sua presenza, invitato dal Sindaco Gori, all’esecuzione della Messa da Requiem di Gaetano Donizetti, organizzata dal Comune di Bergamo e dalla Fondazione Teatro Donizetti il prossimo 28 giugno al Cimitero Monumentale di Bergamo. Il concerto sara’ trasmesso in diretta, a partire dalle ore 20.35, su RaiUno.

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Alla Festa della Repubblica l’invito ad abbandonare la rissa

“Sono fiero del mio Paese, nella tragedia ha mostrato il suo volto migliore. Ma adesso serve l’unità morale che fu il cemento della rinascita nel Dopoguerra e che viene prima della politica”. Un concerto al Quirinale dedicato alle vittime del Covid

“L’Italia in questa emergenza ha mostrato il suo volto migliore. Sono fiero del mio Paese”, ha detto stasera in un discorso alla nazione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della festa della Repubblica.

“Mi permetto di invitare, ancora una volta, a trovare le tante ragioni di uno sforzo comune, che non attenua le differenze di posizione politica né la diversità dei ruoli istituzionali. Le sofferenze provocate dalla malattia non vanno brandite gli uni contro gli altri”, ha spiegato in diretta tv.

Perché, con una pandemia in corso, la festa della Repubblica quest’anno più che mai “interpella tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale

– a partire da me naturalmente – circa il dover di essere all’altezza” del dolore, della speranza e del bisogno di fiducia scaturiti in questi mesi. “C’è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite: qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro.

Dice, interpretando lo spirito del Paese: “Avvertiamo una crescente volontà di ripresa e di rinascita, civile ed economica”.

E Mattarella indica il modello per uscire dall’incubo: la nascita della Repubblica, il 2 giugno 1946. “Segnava anch’essa un nuovo inizio. Superando divisioni che avevano lacerato il Paese, per fare della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di libertà, pace e democrazia. Forze politiche, che erano divise, distanti e contrapposte su molti punti, trovavano il modo di collaborare nella redazione della nostra Costituzione, convergendo nella condivisione dei valori e principi su cui fondare la nostra democrazia”.

Perché è così preziosa la lezione del Dopoguerra? “Quello spirito costituente rappresentò il principale motore della rinascita dell’Italia. Seppe unire gli italiani, al di là delle appartenenze, nella convinzione che soltanto insieme si sarebbe potuta affrontare la condizione di estrema difficoltà nella quale il Paese era precipitato”.

L’Italia non è sola, dice Mattarella. “L’Europa ha ritrovato l’autentico spirito della sua integrazione. Nessun Paese avrà un futuro accettabile senza l’Unione europea. Neppure il più forte. Neppure il meno colpito dal virus”.

Il 2 giugno, aggiunge, è una data “emblematica  per l’inizio della nostra ripartenza”.

La “risalita non sarà veloce, la ricostruzione sarà impegnativa”. Serviranno “coraggio e prudenza”. Coraggio nel guardare oltre i limiti dell’emergenza, prudenza per tenere sotto controllo il virus. E serviranno “tempestività e lungimiranza” per dare risposte a chi è stato colpito più duramente. “E occorre pianificare investimenti e interventi di medio e lungo periodo, che consentano di dare prospettive alla ripresa del Paese”.
Mattarella elogia quindi gli italiani. “Abbiamo toccato con mano la solidarietà, la generosità, la professionalità, la pazienza, il rispetto delle regole. Abbiamo riscoperto, in tante, occasioni, il senso dello Stato e l’altruismo. Abbiamo ritrovato, nel momento, più difficile, il vero volto della Repubblica. Ora sarebbe inaccettabile disperdere questo patrimonio. Ce lo chiede anzitutto il ricordo dei medici, degli infermieri, degli operatori caduti vittime del virus nelle settimane passate. Sono convinto che insieme ce la faremo. Il legame che ci tiene uniti sarà più forte delle tensioni e delle difficoltà”.

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Partecipa alla cerimonia all’altare della Patria, ma senza la tradizionale parata,

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte, i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati si sono recati all’Altare della Patriaper rendere omaggio alla festa del 2 giugno. Presente anche la presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. A causa dell’emergenza Covid è stata una cerimonia con pochi presenti quella di quest’anno: decine di curiosi sono rimasti ad assistere al passaggio delle Frecce Tricolori all’inizio di piazza Venezia, all’incrocio con via del Corso, salutando Mattarella al passaggio del corteo di auto presidenziali.

La cerimonia e’ durata circa 15 minuti e si e’ conclusa, come da tradizione, con il secondo

passaggio delle Frecce Tricolori,

salutate dall’applauso dei cittadini, radunati ad una certa distanza dall’Altare della Patria ma, nonostante l’emergenza Covid e il divieto di assembramenti, comunque numerosissimi anche se tutti in mascherina. E, rigorosamente in mascherina, erano anche le massime autorita’ dello Stato che hanno partecipato alla cerimonia. Mattarella e Conte, al termine delle celebrazioni, hanno lasciato in auto Piazza Venezia. Tra i presenti anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini che, al termine della cerimonia, si e’ recato per un saluto al comando dei Carabinieri di Piazza Venezia.

 

Il messaggio ai prefetti italiani.

“Nell’anniversario della fondazione della Repubblica rivolgo a voi – e, per il vostro tramite, agli amministratori locali e a tutti coloro che ricoprono pubbliche funzioni – l’augurio più sincero affinché questa data sia occasione per una rinnovata riflessione sui valori fondativi repubblicani”, scrive Mattarella.

 

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MATTARELLA A CODOGNO, 2 Giugno

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è poi arrivato a Codogno, il comune del Lodigiano in cui è stato scoperto il primo caso italiano di Coronavirus nella notte fra il 20 e il 21 febbraio scorso, accolto dall’applauso caloroso e dalle grida di ‘grazie’ della gente che ha riempito la piazza principale per riuscire a vederlo e fargli una foto. Ad accoglierlo il sindaco Francesco Passerini, presidente della Provincia di Lodi, il presidente della Lombardia Attilio Fontana, il prefetto Marcello Cardona. Nel cortile interno del Comune Mattarella incontro anche con i sindaci dei comuni della zona rossa del Lodigiano, il vescovo monsignor Maurizio Malvestiti e alcuni rappresentanti dei volontari. Poi al cimitero una corona di fiori sulla targa dedicata alle vittime del Coronavirus. “Da Codogno, dove è iniziato il nostro percorso di sofferenza, vogliamo ribadire i valori della Costituzione, ricordando nuovamente i tanti nostri concittadini morti per il coronavirus e rinnovando grande solidarietà ai loro familiari e alle loro comunità”. “Questo è tempo di un impegno che non lascia spazio a polemiche e distinzioni. Tutti siamo chiamati a lavorare per il Paese, facendo appieno il nostro dovere, ognuno per la sua parte”. “Qui nella casa comunale di Codogno oggi – come poche ore fa a Roma all’Altare della Patria – è presente l’Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio – ha aggiunto Mattarella -. In una continuità ideale in cui celebriamo ciò che tiene unito il nostro Paese: la sua forza morale. Da qui vogliamo ripartire. Con la più grande speranza per il futuro”. “Voglio dire grazie ai nostri concittadini, in questo momento in cui progettiamo la nostra ripartenza, per l’esempio che hanno dato all’Europa e al mondo”.

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Il Presidente della Repubblica allo Spallanzani

Si è aperto con l’Inno di Mameli il concerto organizzato nel cortile dell’ospedale Spallanzani di Roma alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A eseguirlo il tenore internazionale Francesco Grollo. L’evento è stato promosso dal presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, seduto in prima fila accanto al Capo dello Stato e al direttore generale dell’ospedale, Marta Branca. Il concerto è stato organizzato per ricordare le vittime della pandemia e per rendere omaggio agli operatori sanitari impegnati nell’emergenza sanitaria per il Covid-19.

Al termine del concerto il Capo dello Stato ha preso la parola per pochi minuti, rivolgendo un saluto a medici, infermieri e personale sanitario dell’ospedale romano

“Mi limito a sottolineare il significato di questa iniziativa e di questo appuntamento: il ringraziamento per lo Spallanzani, per i suoi medici, per tutto il suo personale, per i ricercatori, per tutto quanto qui si svolge, che in questo momento riceve una maggiore attenzione ma che è importante anche nei momenti di minor attenzione ed è prezioso per il nostro paese”.

Poco prima del concerto il governatore e segretario del Pd, Nicola Zingaretti, aveva ringraziato Mattarella per la visita pubblicando un messaggio sui suoi profili social.

“Grazie Presidente per essere con noi allo Spallanzani. In un luogo della scienza per dedicare il 2 giugno al personale della sanità, con un pensiero alle vittime del Covid e alle loro famiglie. Sono con noi operatori della sanita’ da Cremona, Piacenza e Bergamo, le comunita’ più colpite dal virus”.

Nel suo post Zingaretti ha poi aggiunto: “Agli italiani nessuno ha regalato niente, con le regole del lockdown che hanno funzionato e il loro comportamento hanno vinto una battaglia. Da domani si apre una fase nuova e diversa. Uniti potremo vincere anche quest’altra fase”.

(La Repubblica) – (Ansa)

 

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