27 Aprile, 2024
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Roma, gli ombrelli rossi tornano in Campidoglio: “Noi educatori di sostegno per una scuola aperta a tutti”

“Roma scuola aperta”: più che uno slogan di lotta è un messaggio di speranza.

Sì, perché nonostante le difficoltà nell’andare avanti, in questi mesi di emergenza Covid, senza stipendi e aiuti credono ancora nel valore sociale che possono portare con il loro lavoro e nel rendere il diritto all’istruzione accessibile  tutti i ragazzi. Nessuno escluso. Loro sono gli assistenti educatori culturali e il nostro lavoro è garantire l’inclusione scolastica e l’autonomia degli alunni con disabilità. Sono circa 3.000 operatori ed assistono quasi 10.000 alunni con disabilità e la loro è diventata la “protesta degli ombrelli rossi”.

Da marzo, gli educatori di sostegno e le loro famiglie vivono senza percepire stipendio, in attesa di una cassa integrazione che non arriva.

I loro alunni, invece, sono rimasti senza alcun aiuto, perché la didattica a distanza (DAD) non è mai partita per oltre il 60% degli alunni delle elementari. “Gli alunni disabili e le loro famiglie sono stati, ovviamente, i più penalizzati – speda il coordinamento degli Aec -. L’aspetto sconcertante di questa vicenda è che il Comune di Roma aveva i fondi disponibili per retribuire i lavoratori e garantire un servizio ai bambini, ma ha scelto di non utilizzarli, nonostante sia il governo che la Regione lo avessero autorizzato a farlo”.

Con gli immancabili ombrelli rossi, giovedì 4 giugno le lavoratrici e i lavoratori convergeranno al Campidoglio, insieme ai bambini, le famiglie e gli insegnanti, per chiedere che il servizio, ora affidato a cooperative sociali, venga internalizzato, in modo da garantirne la qualità e la continuità.

“Vogliamo costruire un momento di socialità, per affermare la centralità del servizio pubblico, perché la scuola deve essere aperta e inclusiva, deve operare per ridurre le disuguaglianze e non produrne di nuove, come è avvenuto con il fallimento della DAD

– spiega ancora il coordinamento romano degli ombrelli rossi – Consapevoli delle difficoltà che tutte e tutti stanno attraversando, lanciamo un appello ad artisti, insegnanti, famiglie, associazioni, collettivi, abitanti della città a partecipare ad una giornata di incontro, di relazione e di denuncia, perché siamo stanchi della politica degli annunci e della rappresentazione di una realtà che non esiste nella vita reale”.

E ancora: “Sarà una giornata in cui, muniti di mascherine e a distanza di sicurezza, ci riprenderemo la piazza della nostra città e ci faremo sentire. E non ci saranno solo slogan ma in piazza porteremo il nostro lavoro con laboratori per i bambini e di formazione sulla sicurezza. E performance e interventi per riaprire la scuola e far capire che deve riiniziare una stagione dei diritti per tutte e tutti. Nessuno è escluso”.

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(La Repubblica)

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