17 Maggio, 2024
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26 Aprile 1986: disastro nucleare di Chernobyl; ma l’incubo globale di 34 anni fa è ancora attuale

di Giuseppe Girardi

Oggi ritorna l’anniversario, il 34esimo, della catastrofe nucleare Chernobyl. Il 26 aprile 1986 quell’evento colpì le coscienze di miliardi di persone, mise a nudo tutte le incertezze ed i rischi di una tecnologia estremamente complessa di cui si erano decantati i benefici garantendo allo stesso tempo certezza delle misure di controllo e sicurezza. Non era così, molti lo gridavano da tempo perché altri incidenti occorsi precedentemente avevano aumentato la consapevolezza degli enormi rischi. Al di là di ogni considerazione sulla tecnologia, una domanda si poneva: atteso che gli impianti nucleari sono costruiti sulla base delle migliori conoscenze, ed hanno una probabilità di incidente inferiore rispetto agli altri impianti termoelettrici convenzionali, è oggettivo che le conseguenze di un incidente grave sarebbero devastanti; ebbene, siamo disponibili a correre questo rischio di un incidente che, sebbene caratterizzato da bassissima probabilità di realizzazione, avrebbe devastanti conseguenze planetarie? Purtroppo la storia non è stata buona consigliera; si disse: no, il peggior incidente – la fusione del nocciolo – è impossibile. Implacabilmente quel disastro è stato ‘doppiato’ nel marzo 2011 dalla catastrofe giapponese di Fukushima: diverse inchieste e rapporti, pure, sulle immani conseguenze sanitarie e ambientali, ancor oggi tanto attuali.
L’ultima ondata di paura proveniente da Chernobyl risale ai giorni scorsi, con vasti incendi scoppiati a inizio Aprile nelle foreste vicine all’ex centrale, il cui ultimo reattore in funzione era stato definitivamente spento solo nel 2000. Le colonne dei fumi di combustione di queste foreste, ancora radioattive, sono stati disperse dai venti anche verso l’Europa occidentale. I timori ancora rimangono, anche se le autorità dell’Ucraina garantiscono l’assenza di rischi per la salute.

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