24 Aprile, 2024
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Il Cinema, avrà bisogno di noi.

di Marco Feole

In Italia, purtroppo abbiamo già conosciuto la chiusura delle sale per le cause che conosciamo anche fin troppo bene.

Quello che ha colpito il nostro paese, sta purtroppo investendo anche il resto del mondo, compresi gli Stati Uniti. Non solo con il rinvio di numerose, se non quasi tutte, uscite nazionali e internazionali programmate in sala, ma anche le produzioni. Davanti a tutto questo e alla crisi del settore è stato il regista Christopher Nolan attraverso una lunga e commovente lettera sul Washington Post a richiamare tutti noi, per fare ognuno la nostra

parte quando tutto questo sarà finito. Perchè salvare la settima Arte non è solo un modo per preservare un valore sociale altissimo, ma anche mettere in salvo un intero sistema fatto di persone che riguarda in modi diversi, la vita di tutti noi.

“Quando le persone pensano ai film, la loro mente va alle stelle, agli studios, al glamour. Ma l’industria cinematografica include tutti: le persone che lavorano nelle aree ristoro, che gestiscono gli impianti, sbigliettano, prenotano i film, vendono pubblicità e puliscono i bagni nei cinema. Persone qualunque, molte pagate a orario e prive di un salario, che si guadagnano il pane mandando avanti i nostri luoghi di aggregazione comunitaria più economici e democratici.

In quest’epoca di sfida e incertezza senza precedenti, è vitale riconoscere le decisioni pronte e responsabili prese da tutte le compagnie del nostro paese che hanno chiuso i battenti consapevoli del danno che stanno facendo ai loro affari. L’incredibile rete di cinema del nostro paese è una di queste industrie, e mentre il Congresso prende in considerazione le richieste di assistenza di tutte le industrie che hanno subito un impatto da questa situazione, spero che la gente veda la comunità degli esercenti per quello che è: una parte vitale della vita sociale, che dà lavoro a tanti e intrattiene tutti. Sono luoghi di aggregazione dove i lavoratori servono storie e dolci al pubblico che vuole passare una bella serata fuori con amici e famigliari. Come regista, il mio lavoro non potrebbe mai essere completo senza questi lavoratori e il pubblico che accolgono.

I giornalisti troppo spesso mettono le forme d’intrattenimento l’una contro l’altra, come se vi fosse in atto una competizione darwiniana per l’attenzione del pubblico. Non centrano il punto. Al pubblico piacciono le storie perché, che le vivano insieme o da soli, i film, la televisione, i romanzi, i videogiochi coinvolgono le nostre emozioni e ci danno catarsi.

In tempi così incerti, non c’è un pensiero che dia più conforto del fatto di essere in tutto questo insieme: qualcosa che l’esperienza cinematografica ha rafforzato per generazioni. Oltre ad aiuti governativi per gli impiegati, la comunità degli esercenti cinematografici ha bisogno di parnership strategiche e illuminate con gli studios. Quest’ultima settimana ci ha ricordato, come se fosse necessario, che ci sono parti della vita che sono molto più importanti dell’andare al cinema. Ma, se pensate a quello che offrono i cinema, troverete che forse non sono così tante.

I cinema si sono spenti, e rimarranno così per un po’ di tempo. Ma i film, come i prodotti invenduti o l’interesse immeritato, non cessano di avere valore. Molte di queste perdite a breve termine sono recuperabili. Quando questa crisi passerà, il bisogno di coinvolgimento umano collettivo, il bisogno di vivere, amare, ridere e piangere insieme saranno più potenti che mai. La combinazione di questa esigenza e la promessa di nuovi film potrebbero spingere le economie locali e contribuire a generare miliardi di dollari nella nostra economia nazionale. Dobbiamo includere i 150,000 lavoratori di questa grande industria americana negli aiuti: non lo dobbiamo solo a loro, ma a noi stessi. Abbiamo bisogno di ciò che i film possono offrirci.

Tra i lavoratori più colpiti, in questo momento, ci sono quelli di industrie come quella cinematografica, la cui intera attrattiva è basata sul più grande istinto dell’umanità – quello che ora si è ritorto contro di noi, che rende questa situazione così difficile: il desiderio di essere uniti. Forse, come me, pensavate di essere al cinema per il suono avvolgente, o per i Goober, o la soda e i popcorn, o le stelle del cinema. Ma non è così. C’eravamo l’uno per l’altro.”

Insieme ce la faremo, anche qui, anche per questo. Se amiamo la vita, amiamo il Cinema. Sosteniamolo sempre, ancora di più!

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