24 Aprile, 2024
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“Incidenti stradali e lavorativi” di Claudio Cappabianca

A distanza di qualche giorno, riprendiamo il discorso sugli incidenti, assolutamente non per emettere giudizi sui singoli avvenimenti, magistratura e organi competenti sono a ciò preposti, ma per analizzare per quanto possibile cause e limitazioni del numero di persone coinvolte.

Etimologia della parola incidente deriva dal latino incidenti dal significato letterario “accadere, sopravvenire”; viene altresì indicato come avvenimento che interrompe il corso di avvenimenti. Ma se non siamo proseliti di teorie fataliste, ma invece persone razionali abbiamo il dovere di analizzare in maniera scientifica e scevra di facili sentimentalismi cosa ci porta a sottovalutare pericoli o inefficienze.

Nel caso di incidenti stradali se da un lato vediamo che si pone poca o nulla attenzione alla manutenzione stradale nel suo complesso: illuminazione deficitaria, segnaletica orizzontale che quando viene ripristinata dura pochi giorni, evidentemente la qualità dei materiali è scadente; idem dicasi per il manto stradale che costantemente viene rovinato da interventi per scavi di numerosi operatori. In questo caso non sarebbe opportuno coordinare i lavori, cosa già previsto da numerosi decreti e similari? Inoltre le ditte interessate non provvedono a indicare inizio e fine lavori, nessuno presenzia alla direzione e al corretto ripristino della sede stradale. Semafori spenti o mal regolati, cartelloni pubblicitari sempre più numerosi incidono sulla distrazione dei guidatori.

Sorveglianza. Questo è un altro capitolo dolente, i fondi destinati alle varie forze dell’ordine sono sempre più esigui e ala sorveglianza non può essere delegata alle sole telecamere; le telecamere non possono controllare puntualmente sorpassi, non rispetto delle regole del codice, efficienza dei mezzi, uso costante di fendinebbia, etc. Da statistiche ufficiali circolano circa 4,5 milioni di auto senza assicurazione. I controlli sul tasso alcolemico sospesi perché non sufficienti i fondi per la taratura annuale. Vediamo continuamente sfrecciare in barba al limite dei 50 Km/h motorini o mini car. È bene ricordare che il casco protettivo va sempre allacciato, in caso contrario risulta essere altamente nocivo, come pure va posta attenzione a non lanciarlo o farlo cadere: il risultato è la sua inefficienza, in caso di successivo urto in quanto gli strati di fibre di carbonio di cui è costituito non hanno più le caratteristiche costruttive.

Ai corpi di polizia locali, regionali, nazionali, etc., devono essere dati uomini e mezzi, affinchè possano coprire tutto il Territorio Nazionale in un normale lavoro di prevenzione e controllo.

Anche la sosta selvaggia è ormai entrata nell’uso comune e non si fa più caso, a volte ambulanze o mezzi di soccorso devono fare lo slalom, ci si preoccupa più dei danni alle auto che ai feriti. 

Incidenti sul lavoro. Altro capitolo che non ci pone bene sulla triste classifica europea: abbiamo una piccola guerra in atto, sono circa 2500 i morti in ogni anno, ma anche qui sono statistiche basate sui morti nelle prime 24 ore. Le cause: non rispetto delle regole di sicurezza, mancanza di ispettori, poca o scarsa formazione del personale addetto. Unica filosofia da rispettare orari massacranti, risparmiare al massimo.

Viene da porsi una domanda molto semplice quanto costa in termini utilitaristici, mi si perdoni l’aspetto monetario, alla comunità la perdita di vite o una sopravvivenza dolorosa questa inefficienza? Sicuramente, come per la non attenzione alla devastazione del territorio, una cifra maggiore. Siamo purtroppo pervasi da un credo che nulla di simile in negativo ci può accadere: continuiamo pure a guidare dopo aver bevuto alcolici o di peggio, telefonare o giocare con il tablet, noi siamo super uomini.

Claudio Cappabianca

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