18 Maggio, 2024
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Asl Roma 4: obiettivo operazione al femore entro 48 ore

Bracciano. Il Direttore sanitario Antonio Carbone: «Intervenire con tempestività è fondamentale

 

Operare con tempestività ed entro le 48 ore è fondamentale. Un intervento tardivo infatti aumenta notevolmente il tasso di mortalità. Il Lazio oggi ha un sistema sanitario che migliora di anno in anno nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea).

Il Direttore sanitario del polo ospedaliero, dott. Antonio Carbone, mostra i dati degli interventi. Nella Asl Roma 4, nel polo ospedaliero Civitavecchia-Bracciano, dal 1 Settembre 2018 al 1 settembre 2019 sono stati trattai l’84,4% di colli femore nelle 48 h. Un dato incoraggiante che ci fa comprendere come quello della gestione delle fratture del femore sia un obiettivo importante per l’Azienda Sanitaria.

Il team che ruota intorno all’intervento del femore è composto da molti professionisti che lavorano a sistema: medico d’urgenza, cardiologo, anestesista, ortopedico, fiosioterapista.

Parlando con il primario ortopedico dott. D’Arrigo, ci vengono esposti gli obiettivi e i progetti messi in piedi per realizzarli e mantenerli. Innanzitutto, ci spiega D’Arrigo, il percorso assistenziale, che “rappresenta un intervento complesso, decisionale ed organizzativo, dei processi di assistenza di un gruppo di pazienti ben definito, nel corso di un periodo ben definito”.

Percorsi assistenziali si pongono i seguenti obiettivi: riduzione durata della degenza, riduzione dei tempi di attesa, riduzione degli esami diagnostici, riduzione ricoveri ripetuti, riduzione dei costi, maggiore soddisfazione, maggiore appropriatezza, migliori esiti, maggiore sicurezza, migliore sopravvivenza.

La stabilizzazione chirurgica della frattura rappresenta lo standard procedurale per la frattura di femore nell’anziano ed il trattamento conservativo non deve normalmente superare il 4-5% della casistica. Anche in condizioni critiche la scelta chirurgica può essere presa in considerazione se necessaria per migliorare la gestione del nursing o il controllo del dolore nell’ambito di un programma di cure palliative.

Il trattamento della frattura al femore è necessariamente chirurgico e deve prevedere l’impianto di un mezzo di sintesi. Gli obiettivi primari sono quello di stabilizzare la frattura, mobilizzazione precoce, ripristino delle funzionalità.

Tutti i pazienti con frattura di collo femore richiedono l’ospedalizzazione il prima possibile.

Fondamentale per un corretto e tempestivo approccio al singolo paziente, è la stratificazione del rischio.

La valutazione anestesiologica del paziente anziano con frattura di femore deve tenere conto delle necessità di portare il paziente quanto prima in sala operatoria

La classificazione ASA (American Society of Anesthesiology) definisce le condizioni cliniche del paziente e ne identifica il livello di gravità

L’età cronologica non rappresenta un fattore di rischio indipendente al di sotto degli 80 anni, il fattore predittivo più significativo è rappresentato dalla coesistenza di malattie preesistenti. Per questo nella stima di rischio intervengono altri professionisti come ad esempio il cardiologo che esegue l’Anamnesi, un esame obiettivo e un ECG.

Le valutazioni consentono di individuare le 3 principali classi di rischio in relazione alla procedura chirurgica.

Ritardi nell’intervento chirurgico causano aumenti significativi della morbilità

Una valutazione completa e approfondita e la stabilizzazione clinica del paziente sono prioritarie, ma non devono produrre inutili ritardi dell’intervento.

Un piccolo ritardo può essere giustificato per la correzione di gravi alterazioni elettrolitiche

Se il paziente è un paziente complesso e/o non è operabile nelle 48 ore, verrà ricoverato in una degenza in cui è presente un team a prevalente competenza “internistica”.

A seguito della valutazione dei rischi, è messa in atto la strategia operatoria che si pone i seguenti obiettivi: rapidità operatoria, sintesi stabile, precoce mobilizzazione.

Il Direttore sanitario aziendale, Carmela Matera, spiega come presso la Asl Roma 4 si siano sviluppati dei percorsi preferenziali per pazienti con frattura collo femore, l’stensione dell’apertura delle sale operatorie, sale operatorie dedicate e infine una Equipe dedicata.

Le evidenze suggeriscono che i migliori risultati sono stati ottenuti quando l’intervento è stato condotto da un chirurgo esperto.

La durata dell’intervento e le complicanze postoperatorie sono ridotte e gli outcomes migliori quando ad operare è un chirurgo esperto.

“L’obiettivo di velocizzare tutto il processo che ruota intorno alla gestione della frattura del femore è un obiettivo di tutti” afferma il Direttore Generale Quintavalle “ I risultati ottenuti finora, la percentuale dell’84.4% è ottima, e dimostra che la squadra che opera nel polo ospedaliero è preparata, in stretta sintonia e preparata professionalmente”

Abbiamo intervistato anche i primari del pronto soccorso e di anestesia che svolgono un ruolo fondamentale nella gestione degli interventi al femore.

Ci dice il dott. Susi, primario del Pronto Soccorso: “In pronto soccorso operiamo al meglio per garantire al paziente di entrare rapidamente in sala operatoria. Tutti gli accertamenti che si fanno generalmente in reparto, partono già dal pronto soccorso, mettendo in moto una rete di professionisti sanitari che si occupano del paziente al fine di accelerare i tempi. Una diagnosi tempestiva è fondamentale per garantire gli obiettivi”.

Il dott. Ricci primario di Anestesia ribadisce l’importanza della collaborazione “Lavoriamo in sintonia e sinergia per applicare le buone pratiche della Società Scientifica Italiana S.I.A.A.R.T.I. e le linee guida nazionali. La funzionalità del professo che si attiva dall’entrata in pronto soccorso all’intervento del chirurgo ortopedico è data dal continuo scambio di valutazioni e opinioni che avviene tra i professionisti. L’anestesista valuta la sicurezza del trattamento anestesiologico del singolo paziente, collaborando rapidamente con gli altri medici al fine di garantire un trattamento chirurgico in tempi brevi”.

“Ci piace ricordare le belle notizie, esempi della buona sanità, perché è dal buono che traiamo positività, forza e determinazione per migliorarci ancora di più. Di recente, all’inaugurazione di un nuovo reparto a Bracciano, un nostro paziente, il caro parroco Don Mario, ha voluto ringraziare tutta l’equipe per essere stato operato al femore con tempestività, ed essersi rimesso in piedi presto. E’ questo il cuore del nostro operato, pensare che ogni paziente sia unico, dedicargli un percorso assistenziale unico, per garantirgli di proseguire il suo percorso di vita nel miglior modo possibile” conclude Quintavalle.

 

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