29 Marzo, 2024
spot_imgspot_img

Cinema da Camera – 7. VENERE IN PELLICCIA del 2013 Roman Polanski

 di Marco Feole

Roman Polanski dopo Carnage (già citato precedentemente) torna ad affrontare un testo teatrale. Ma allora perché non parliamo prima di Carnage appunto? Perché lo faremo più in là. Ho deciso così!

Venere in pelliccia, adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale di David Ives, che firma insieme a Polanski anche la sceneggiatura del film.

Thomas, un regista teatrale è in cerca dell’attrice giusta per il ruolo di Vanda nel suo spettacolo, basato sul romanzo di Leopold Von Sancher-Masoch. Un giorno, fuori tempo massimo, giunge a teatro una donna proprio di nome Vanda, un’attrice almeno apparentemente inadatta a quel ruolo e non solo per il caso di omonimia. Vanda però riesce a convincere Thomas, il quale viene colpito e attratto dalla trasformazione a cui la donna si sottopone, e si convince che nessun’altra potrà mai ricoprire quel ruolo. Dando vita in quel momento ad un gioco a due, sottile e ambiguo.

Il dramma esistenziale da sempre raccontato nella filmografia di Polanski anche qui non smentisce la sua presenza, non smarrendo mai quei toni della commedia tipici e brillanti del caro Roman, la quale regia sin dal primissimo piano-sequenza che ti fa entrare nel racconto, non è mai in discussione. Si avvale di un duo costituito da Seigner e Amalric per evidenziare il gioco della seduzione non banale. Polanski però qui riesce ad andare anche oltre e mette a nudo le anime con il loro lato oscuro e le loro verità non svelate.

Ci sono in scena letteralmente una varietà di cose che non si troverebbero quasi in filmografie intere di alcuni registi. La magia del Cinema, del Teatro, la superba recitazione, il lato psicologico, una variazione dell’archetipo del masochismo, il gioco degli scambi, o anche soltanto il tema della stanza chiusa con sole due persone.

Un Polanski in grande spolvero, che tocca l’anima con bellezza e poesia.

Ultimi articoli