20 Aprile, 2024
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Una lezione contro il bullismo

Bullismo e cyberbullismo; due fenomeni sociali che lo Stato ha deciso di contrastare con la legge 71 del 2017. In seguito a questa riforma sono state prese misure più serie per arginare e contrastare queste piaghe sociali e per punire coloro che commettono atti che, è bene ricordare, si configurano come reati, anche se compiuti da minorenni.

Visto e considerato tutto ciò, la prima misura da attuare quando si affronta un problema è quella del dialogo; infatti nell’ultimo anno si è diffusa la sana abitudine di organizzare incontri nelle scuole con esperti del settore.

Mercoledì 14 febbraio, gli studenti dell’Istituto Salvo D’Acquisto di Bracciano hanno avuto la possibilità di comunicare ed interagire con Gianluca di Pietrantonio, criminologo forense con una consolidata esperienza investigativa istituzionale.

Il dottor di Pietrantonio ha tenuto una lezione interattiva con i ragazzi, coinvolgendoli nel dialogo e fornendo numerosi esempi pratici.

Il discorso è partito dalle basi: cos’è il bullismo? Gli studenti hanno fornito le loro risposte, basandosi sulle quali Di Pietrantonio ha sviluppato un discorso fluido e coinvolgente.

Si inizia con l’etologia; in natura l’aggressività è un istinto primario legato alla sopravvivenza. Gli animali lottano per mangiare, riprodursi, sopravvivere. Nella comunità umana il bullismo si configura come una sottocategoria di un comportamento aggressivo, basato su un presupposto biologico inverso a quello naturale. Possiamo parlare di un comportamento disadattivo di uno dei nostri istinti primari.

Il bullo non commette un semplice abuso di potere; il bullismo è un atteggiamento antisociale che si basa su intenzionalità, ripetitività, asimmetria di potere, violenza fisica e verbale, isolamento e diffamazione. Ovviamente per attuare questo piano il bullo ha bisogno di un gruppo di gregari, alcuni con ruolo attivo, altri che si limitano a guardare senza intervenire.

Questo ci porta alla seconda, fondamentale domanda: perché?

Il bullo è un soggetto che soffre per una forma di frustrazione, forse perché è a sua volta una vittima, magari in famiglia. Spesso si tratta di una persona trascurata, che ha subito una qualche influenza negativa. Ed alla base spesso si riscontra un problema clinico: l’impossibilità di provare empatia, cioè capire e sentire ciò che provano gli altri, persone e animali.

La nostra personalità è formata e influenzata dal contesto familiare e da quello culturale, che ci forniscono i modelli che noi tendiamo a copiare.

A questo punto il dottor Di Pietrantonio è passato ad illustrare le differenti dinamiche del cyberbullismo ed ha concluso la discussione rendendo quanto più possibile chiaro ai ragazzi il concetto che un atto di bullismo non è uno scherzo, ma un vero e proprio reato per il quale lo Stato ha inasprito le pene. L’obiettivo primario è quello di arginare il fenomeno, ma è fondamentale anche il recupero del giovane che commette reati legati al bullismo; questo perché è indispensabile per la comunità il benessere tanto delle vittime che dei bulli, al fine di creare una società più sana ed equilibrata.

L’ultima, fondamentale domanda è: cosa fare se si è presi di mira dai bulli?

Le risposte del dottor Di Pietrantonio sono semplici e dirette: evitate finchè potete situazioni a rischio, imparate a difendervi magari seguendo lezioni di autodifesa o di arti marziali e soprattutto non vergognatevi nel chiedere aiuto. Parlatene. Parlate con gli amici, con gli insegnanti, con i genitori. Ma parlatene.

 

Monia Guredda

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