26 Aprile, 2024
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“La Comunicazione Efficace”: caratteristiche e ambiti vari

Comunicare vuol dire mettere in comune, condividere: informazioni, idee, sentimenti, emozioni. La comunicazione è efficace se chi comunica comprende appieno ciò che l’altro vuol dire, sia che lo condivida oppure no. Perché ciò avvenga bisogna usare lo stesso linguaggio, ma le parole non bastano: la comunicazione può essere verbale, cioè basata sulle parole scelte per formulare un concetto, e non verbale, cioè formata da gesti, espressioni facciali, sguardi, tono di voce.

Se c’è coerenza tra i due tipi di comunicazione – e questo avviene se penso realmente ciò che dico, se sono sincero – la comunicazione non verbale rinforza la verbale, se invece dico qualcosa per convenienza o opportunità, ma senza pensarla o sentirla veramente, ci sarà contraddizione tra ciò che dico e come lo manifesto, e chi mi ascolta percepirà questa contraddizione e tenderà a credere e a dare importanza alla mia comunicazione non verbale più che alle mie parole. Questo avviene soprattutto quando col linguaggio vogliamo comunicare sentimenti ed emozioni, non solo idee e concetti.

Parliamo di comunicazione a una via e a due vie; nella prima uno parla e l’altro ascolta senza rispondere, nella seconda entrambi gli attori parlano a turno. La prima si usa per dare informazioni, ma soprattutto ordini o istruzioni: si pensi al capo di una squadra in situazioni di emergenza. In questo caso l’efficacia della comunicazione dipenderà dal linguaggio usato dal capo, chiaro, non ambiguo e con termini e concetti ben conosciuti.

Se invece parliamo di comunicazione a due vie – la più frequente – la chiarezza delle idee espresse e la correttezza dei termini usati sono sicuramente importanti, ma ai fini dell’efficacia in termini di comprensione ci si può aiutare con domande e risposte di chiarimento. Dopo la comprensione può esserci la condivisione o il rifiuto; può nascere un tipo particolare di comunicazione, la negoziazione, in cui si cerca di trovare un accordo.

La comunicazione è comunque soprattutto una relazione tra due o più persone, nella quale entrano in gioco non solo freddi concetti ma emozioni e sentimenti, che determinano il clima, l’atmosfera della comunicazione.

Per una buona comunicazione è importante che tra i dialoganti vi sia empatia, ovvero la capacità di comprendere i sentimenti e le emozioni dell’altro (dal greco en dentro e pathos sentimento), senza necessariamente condividerli; l’empatia si distingue dalla simpatia (dal greco sun con e pathos sentimento) che porta a condividere ciò che l’altro pensa e sente, ad esserne attratto, e dalla antipatia (dal greco anti contro e pathos sentimento) che rappresenta il rifiuto di ciò che l’altro prova, al limite il rifiuto dell’altro come persona.

Nei prossimi articoli parleremo delle caratteristiche della comunicazione efficace nei diversi ambiti: quello familiare, nella coppia, con parenti e amici, quello lavorativo, con superiori, colleghi e collaboratori, con clienti e fornitori; parleremo della comunicazione in pubblico e di quella con il malato, forse una delle più delicate e difficili, ma più preziose.

Parleremo anche della negoziazione, quel tipo particolare di comunicazione che mira a trovare un accordo, un punto di incontro tra i contraenti, che partono da posizioni diverse, lontane, a volte opposte, ma vogliono – o devono – trovare una convergenza. Questa è importante in ambito politico, commerciale, ma anche familiare o tra soci e amici.

Fernando Dell’Agli
Consulente Formatore Counselor
f.dellagli@gmail.com

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