25 Aprile, 2024
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Referendum, la mala organizzazione dei seggi esteri

Il 4 dicembre in tutta Italia si è votato per il referendum costituzionale indetto dalla presidenza del consiglio e dal governo in carica.

Fra tutti gli aventi diritto al voto non sono stati lasciati indietro gli Italiani all’estero: le schede di questi ultimi, compilate presso le loro ambasciate e poi spedite in Italia, sono state accolte nei prefabbricati dismessi della protezione civile in via Traversa del Grillo, nel comune di Castelnuovo di Porto. Nella sede sono state radunate 14.000 mila persone per adempiere al ruolo di scrutinatori e presidenti, ma, tra questi, sono stati 98 i presidenti non pervenuti e 280 gli scrutinatori non sopraggiunti nel luogo designato. Il numero scarso dei presenti, molti dei quali ancora inesperti o alla prima esperienza di lavoro, ha fatto sì che la disorganizzazione pesasse significativamente durante lo scrutinio.

I dati sconvolgenti di quanto avvenuto riguardano la mala organizzazione e gestione di questo luogo, non solo isolato e dunque fuori mano per molti, ma privo di collegamenti con mezzi pubblici e con qualsiasi altro ambiente ristorativo. Gli addetti si sono infatti trovati a lavorare in questi enormi prefabbricati privi di cibo e acqua se non per due macchinette ovviamente insufficienti per la quantità degli individui presenti all’interno del luogo, con bagni non funzionanti e soffitti da cui perdeva acqua.

Non solo i conteggi fatti su ogni faldone contenente le schede elettorali sono risultati spesso incongrui, ma neanche il messo comunale ha saputo dare indicazioni concrete e utili per risolvere il problema degli addetti allo scrutinio.

Ancora una volta lo stato si trova ad avere sostenuto costi consistenti solamente per i seggi elettorali esteri, senza un’organizzazione reale che ha creato solo caos e ritardi. Chi di dovere dovrebbe forse pensare ad una nuova modalità elettorale, magari telematica o prevedere lo scrutinio dei voti esteri direttamente in sede di voto (ambasciate e consolati), evitando in questa maniera costi che forse possono essere dichiarati superflui e garantendo una maggiore chiarezza e veridicità nel voto.

Gloria Donati

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