19 Aprile, 2024
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Canale Monterano. Gruppi Consiliari: mai usato “compostore” inaugurato in pompa magna

Dubbi su un’opera costata 200.000 euro, che per ora non ha funzionato nemmeno un minuto.

Inaugurato in pompa magna lo scorso 21 maggio dal Sindaco Stefani alla presenza dell’ex assessore ai Rifiuti della Giunta Polverini, Pietro Di Paolo, il compostore “più grande d’Italia” (come lo hanno definito in molti senza domandarsi quanti ce ne sono davvero di questo tipo nel nostro Paese) non ha ancora funzionato un minuto. E sembra proprio che non funzionerà neanche a breve, viste le azioni non proprio banali necessarie per avviare un “coso” del genere.

Ma i dubbi sull’operazione non sono pochi. Il punto nodale, accuratamente evitato in sede di inaugurazione, ma anche nei documenti di progettazione resi disponibili dal Comune, è proprio il lavoro preventivo di stima costi/benefici, che in un contesto come questo è fondamentale. Soprattutto quando si tratta di dare risposte ai cittadini di Canale e Montevirginio, che hanno visto nell’ultimo quinquennio da una parte aumentare il costo complessivo del ciclo dei rifiuti (e conseguentemente le tariffe TARI), dall’altra diminuire la percentuale di raccolta differenziata dal 67 al 60%. Un lavoro che doveva portare a quantificare, prima dei discorsi ufficiali e del taglio di nastri, in che misura si riduce il costo globale di gestione e, conseguentemente, il carico sui cittadini.

Come non appare chiaro, sulla base dei requisiti di funzionamento dell’impianto, se è necessario
garantire un certo livello di qualità della frazione “umido” che alimenta il compostore, non solo per assicurare un compost di qualità (o almeno non inquinato) in uscita, ma anche per favorire le migliori condizioni di funzionamento dell’impianto, se esiste cioè una fase di trattamento preventiva dopo la raccolta, che significa un sensibile impatto organizzativo da valutare opportunamente quantificandolo in costi.

Non è chiaro nemmeno se questo tipo di compostore produca o meno “percolato”, rifiuto speciale altamente inquinante, che nel caso dovrebbe essere smaltito con cura e relativi costi.

Infine, come ultimo aspetto più prettamente contrattuale, non è stata fornita alcuna indicazione su come la gestione dell’impianto ricada negli impegni contrattuali della Soc. Coop. “29 Giugno”, la quale, evidentemente, è tenuta a rispondere a quanto stabilito dal capitolato di gara, rispetto al quale l’inserimento del compostore appare come una significativa variazione degli accordi, da valutare sia in termini operativi/organizzativi, che economici sul medio e lungo periodo. Se, a tutto questo, si aggiunge una fase di necessaria formazione per il personale (che per ora non c’è stata), che deve garantire il corretto e continuo funzionamento dell’impianto, si comprende bene cosa avrebbe dovuto implicare la scelta di un “compostore di prossimità”, come si chiama in termini tecnici, a Canale.
Insomma, a giudizio degli scriventi sembra proprio essere davanti a una tipica operazione dove a fronte dell’acquisto di tecnologia con denaro pubblico si tralascia, completamente o quasi, la fase di progettazione e di gestione necessaria a far sì che quella tecnologia si trasformi in un servizio utile per il cittadino. Tant’è che, dal giorno dell’inaugurazione, il compostore non è ancora entrato in funzione, né sembra lo farà a breve.

Alcuni dati sul compostore:
Spesa complessiva: 200.000 euro.
Forma: finanziamento regionale.
Ditta appaltatrice: Comar srl di Sinalunga.
Ditta subappaltatrice: Fer Carpenteria Metallica srl di Riano.
Gestione: Cooperativa 29 Giugno.
Inaugurato: dal Sindaco Stefani, il 21 maggio, alla presenza dell’ex Assessore ai Rifiuti della Giunta Polverini Pietro Di Paolo.
Ore di funzionamento: ad oggi 0 (zero).

I gruppi consiliari al Comune di Canale Monterano
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