30 Aprile, 2024
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La voce, il nostro strumento musicale per imparare a leggere in pubblico e non solo…

Ogni giovedì, fino al 20 aprile,  l’insegnante Paola Lorenzoni terrà, in biblioteca (Bracciano), il corso gratuito di dizione e fonetica, realizzato su interessamento dell’assessore alle Politiche culturali, Emanuela Viarengo, che lo ha ritenuto una bella opportunità culturale.

Quando conobbi la maestra di dizione Paola Lorenzoni, capelli biondi, occhi grigi, con l’inflessione di voce dal garbo toscano, rimasi sorpresa dalla sua duttilità e da quell’empatia che le consente di modulare abilmente la voce, sia per fare fonetica, sia per interpretare i ruoli più disparati, che spaziano dalla commedia, al teatro borghese, dai classici ai temi di impegno civile.
Conoscendone la professionalità e la sua naturale capacità di creare gruppi coesi e fortemente motivati, non potevo mancare a questi appuntamenti e chiederle di rilasciarmi questa breve intervista.
E un piacere assistere ai tuoi incontri. L’obiettivo del tuo corso è utilizzare la voce come strumento, cosa significa?
“Significa imparare a timbrare, a scandire bene le lettere e le parole, a fare le giuste pause nella lettura, per comunicare il pensiero dell’autore nel modo più fedele possibile, e per correggere la cattiva abitudine di “correre” ed essere “monocordi.”
Mi piace la tua capacità di articolare la voce e come associ il parlato alla recitazione. Qual è il legame tra dizione, fonetica e recitazione?


“La dizione non esiste senza fonetica e la fonetica non esiste senza interpretazione. Tra loro c’è un profondo legame che deve essere rispettato, perché leggere in pubblico è una responsabilità per se stessi e per gli altri.”
Quali obiettivi vorresti far raggiungere ai corsisti, tra i quali non mi sembra di vedere uomini. Come mai?
“Vi vorrei “visionari”, nel senso che dovreste imparare a leggere utilizzando una comunicazione varia e una voce ricca di sfumature, che nasce non tanto quando si rispettano i segni di punteggiatura, ma quando si riesce ad entrare nell’intenzione dell’autore. Questa è interpretazione. Rispetto all’assenza maschile posso dirti che gli uomini sono meno interessati alle difficoltà di dizione, fanno più fatica a seguire un corso perchè sono presi dal lavoro e dalla quotidianità. Certamente sottovalutano il fatto che una voce ben impostata è un indubbio strumento di seduzione ”.
So che avresti voluto realizzare due sogni: la pubblicazione del tuo primo romanzo “L’amore ritrovato” ( casa editrice Terre Sommerse, 2020) e la realizzazione di un teatro del lago”…
“Riguardo alla stesura del mio libro riconosco che non è stato facile mettere a nudo i miei sentimenti, ma è stato un modo di esternare la mia interiorità, di guardarmi dentro, e devo dire che sono state riflessioni che mi hanno giovato psicologicamente. È stato catartico. Mi auguro si realizzi anche l’idea di un “Teatro del Lago” perché il teatro è un pubblico servizio, un bene di prima necessità. Se è esercitato con professionalità, il teatro è un fattore di sviluppo e di coesione del territorio, di crescita delle persone e delle comunità, un esempio di impegno sociale, coscienza etica e maturità civile. In linea con il pensiero di Paolo Grassi, impresario che insieme a Giorgio Strehler fondò il teatro Piccolo di Milano, considero il teatro un pubblico servizio, una necessità collettiva. Bisognerebbe che le amministrazioni potenziassero le iniziative in tal senso”. Grazie Paola, per il tempo che mi hai dedicato, apprezzo molto la tua passione e la tua professionalità anche nell’impegno radiofonico”.

Anna Maria Onelli
Redattrice L’agone

 

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