Entrare nella galleria o, come la definisce lei, la sua piccola casa dell’arte, significa entrare nel mondo di Silvia Moccia, artista e tatuatrice che ad Anguillara Sabazia ha costruito un luogo vibrante, intimo, sospeso tra tradizione pittorica e forme contemporanee di espressione.
Silvia mi accoglie con un sorriso timido e luminoso, e l’impressione immediata è quella di trovarsi davanti a una donna che ha fatto dell’arte non solo una competenza, ma una direzione precisa di vita. «Disegno da sempre», mi racconta. «Da bambina passavo ore con un foglio davanti e mia madre si stupiva delle proporzioni che riuscivo a dare ai volti».
I suoi studi non hanno seguito da subito il percorso più naturale. «Avrei voluto frequentare il Liceo Artistico, ma ad Anguillara non c’era e i miei non mi hanno mandato a Roma. Così ho fatto il linguistico», ricorda. Una deviazione solo apparente, perché la sua strada l’ha comunque ritrovata con una determinazione che colpisce.
Dopo il liceo, Silvia consegue la laurea in Pittura con indirizzo Restauro presso l’Accademia di Belle Arti e, successivamente, una seconda laurea in Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea a Verona, città dove ha vissuto due anni intensi e profondamente formativi. «È stato uno dei periodi più belli della mia vita. Abitavo vicino Piazza Erbe, andavo all’università in bicicletta… ero circondata dall’arte».
La sua formazione è arricchita da master e corsi con artisti di livello internazionale, tra cui Eloy Morales, che ha segnato la sua crescita come ritrattista: «È con lui che sono davvero esplosa, il ritratto è diventato il mio linguaggio naturale».
Da cinque anni Silvia è anche tatuatrice, una svolta arrivata quasi per caso. «È stato mio marito a convincermi, io non ho tatuaggi. Poi ho fatto il corso, ho pubblicato la prima foto e da lì tutto si è mosso da solo». Il tatuaggio è una forma d’arte a tutti gli effetti, «la forma artistica più scelta dai giovani oggi, ma non solo. Non tutti comprano un quadro, ma tutti prima o poi fanno un tatuaggio, e questo mi permette di mantenere aperta la galleria e di continuare a creare».
Prima di aprire il suo attuale spazio artistico, Silvia aveva dato vita a un’associazione culturale con cui organizzava eventi, mostre e laboratori. «Ne ho fatte tantissime», racconta. «A Roma, a Verona… poi però ho capito che i quadri, con i continui spostamenti, si rovinavano troppo. Così, quando ho aperto questa galleria, ho deciso di esporli qui: chi vuole può vederli senza rischi».

Tra tutte le mostre del passato, ce n’è una che le è rimasta nel cuore: «Era una mostra dedicata alle donne, esponevo un ritratto di mia sorella con il velo. Nel montare la cornice, un dito del disegno rimase nascosto e la mano sembrava mostrarne solo uno. I critici interpretarono quel gesto come simbolo di emancipazione, una donna che si libera dal burqa. Il quadro ebbe un successo enorme, pur non essendo nato con quell’intento. È affascinante come l’arte sappia parlare anche oltre le intenzioni dell’artista».
Nel suo spazio convivono tecniche diverse: gli oli su tela, costruiti a partire da un disegno preparatorio accurato; i carbotelli, luminosi ma delicati, che richiedono il vetro protettivo; la grafite e il carboncino, perfetti per esaltare espressioni e chiaroscuri. Accanto alle opere figurative spiccano anche composizioni geometriche, realizzate con una pazienza meditativa “puntino dopo puntino”. Tra tutte le tecniche, l’olio resta il suo grande amore: «L’olio è eterno. Tutto parte dal disegno, preciso e pulito, poi costruisco il colore con velature, luci e piccoli aggiustamenti. I ritratti sono la mia passione: mi dicono che riesco a cogliere l’anima delle persone, la loro luce».
Una collaborazione stabile la lega all’agenzia immobiliare Living 360, che ospita in modo permanente molte delle sue opere, tra cui due riproduzioni da Caravaggio e un’intera sala allestita come galleria. Negli anni, soprattutto nel periodo natalizio, Silvia ha spesso organizzato con loro mostre e piccoli aperitivi artistici, grazie alla grande attenzione dell’agenzia per la promozione culturale. Anche quest’anno, infatti, il 18 dicembre alle ore 18, presso la sede di Living 360, si terrà l’inaugurazione del nuovo evento, durante il quale verrà presentata la sua ultima riproduzione d’autore.
Nonostante le occasioni fuori e a Roma, Silvia sceglie consapevolmente di restare nel suo territorio d’origine. «Sono mamma di due bambini e il mio tempo è prezioso. Qui ho trovato il mio equilibrio: è il luogo in cui sto bene e dove posso dedicarmi pienamente all’arte».
La storia di Silvia Moccia è quella di un talento coltivato con rigore e sensibilità. L’arte per lei, è un gesto quotidiano, una presenza che illumina. Nella sua galleria convivono precisione tecnica, delicatezza del gesto e la forza dei ritratti, insieme all’energia dei giovani che scelgono l’arte sulla pelle. Uscire dal suo spazio significa portarsi via la sensazione che sì, l’arte può davvero rendere il mondo più bello.
La galleria di Silvia Moccia è visitabile in via del Trivio 11, Anguillara Sabazia, nel cuore di Piazza del Lavatoio.
Paola Forte


