17 Giugno, 2024
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Cammino dei Vulcani, la partenza

I battesimi si fanno nell’acqua. Così il Cammino dei Vulcani, si è presentato non marciando ma navigando, non nei boschi ma fra le onde, non su vie e sentieri ma su specchi e riflessi, un anello blu salpando e approdando a Bracciano, l’ex Idroscalo degli Inglesi. Due ore per raccontare e ammirare, per spiegare e riscoprire, per vedere la luce sotto una nuova luce. Tutto questo grazie al Consorzio lago di Bracciano e in particolare al presidente Francesco Pizzorno, che navigando con noi ci ha accolto.


Il Cammino dei Vulcani: 110 chilometri in sei tappe, da Oriolo (la prima bellezza: la Faggeta) a Cerveteri (l’ultimo tesoro: la Necropoli), sostando per Trevignano, Campagnano, Anguillara, Manziana e Sambuco, passando per Bracciano, attraversando tre antiche vie (Francigena, America e Clodia), collegandosi con sentieri già tracciati (quelli del parco Bracciano-Martignano (segnaletica CAI) e dell’Agriturismo Monte La Puglia, tenendo come comune denominatore le eredità di una terra del fuoco fra vulcani e vulcanetti, crateri e laghi, caldare e minerali, ma anche straordinarie memorie artistiche e architettoniche, troppo spesso trascurate da chi è irresistibilmente attratto dal fulgore di Roma.

Sulla motonave Sabazia II, 150 posti esauriti in un attimo, Sandro Conticelli, geologo e vulcanologo, ha descritto questi luoghi così com’erano, 150 mila anni fa, una terra in ebollizione, pronta a trasformarsi tra eruzioni e colate: “Fu uno scienziato americano, ai primi del Novecento, a riconoscere la particolare natura geologica e geografica di questa area e a individuare un’unica famiglia di vulcani generati da magmi consanguinei, cioè con le stesse caratteristiche chimiche e fisiche e mineralogiche, e a denominarli Provincia Magmatica Romana, dal lago di Bolsena fino ai Campi Flegrei, Vesuvio, Procida e Ischia. Una risorsa di inestimabile valore sia per la quantità di materiale, sia per la sorgente di calore, sia per la fertilità dei terreni”.
Ilaria Mazzini, geologa e paleontologa, ha concentrato l’attenzione sull’acqua, a cominciare dal villaggio neolitico sommerso della Marmotta, quasi all’imbocco del fiume Arrone, l’unico emissario del lago, nei pressi di Anguillara: “Non solo il fuoco, ma anche l’acqua può essere considerata un filo conduttore del Cammino dei Vulcani. L’acqua dei laghi di Bracciano, Martignano e Monterosi, le sorgenti del Treja, dell’acqua Claudia o dell’acqua di Nepi, l’acqua calda e gassata della Caldara di Manziana, l’acqua che non c’è più nella valle del Baccano e nei crateri di Lagusiello e Stracciacappe, e ancora l’acqua delle fontane e dei fontanili, autentici vivai, per esempio di crostacei, e gli acquedotti, tra archi e manufatti, che portavano e dissetavano Roma”.


Sergio Celestino, architetto e urbanista, ha sottolineato il valore umano e sociale, ma anche l’importanza economica e commerciale dei cammini: “Sono un modo puro e intelligente per conoscere ed esplorare il territorio, ma anche per farlo vivere, tra prodotti a chilometro zero e un’accoglienza che non sia solo turistica ma anche culturale. Dunque un modo per legare viandanti e pellegrini, ma anche gli stessi abitanti, con un senso di appartenenza e di orgoglio. E dunque partecipare, difendere, proteggere, proporre, schierarsi. E’ successo con la Via Francigena, succederà anche con il Cammino dei Vulcani”.
La guida di Fernanda Pessolano e Marco Pastonesi (Ediciclo, 128 pagine, 14 euro) è il risultato di un gioco di squadra e un lavoro di gruppo (sulla Sabazia II c’erano anche un’altra autrice dei testi, Lavinia Cecconi, architetta e ambientalista, e il fotografo Nico Marziali, che ha contribuito con scatti e ritratti, paesaggi e panorami, più da mostre d’arte che non da manuali illustrati). Sarà seguita da un sito, ancora in costruzione, con approfondimenti e curiosità, ravvivata da eventi culturali e festivalieri, accompagnata da appuntamenti di gite e viaggi. Perché un cammino, per la sua stessa natura, esige movimento.
L’evento ha il patrocinio del Consorzio lago di Bracciano, parco regionale naturale di Veio, Parco regionale naturale Valle del Treja, comuni di Bracciano Cerveteri e Monterosi.

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