5 Maggio, 2024
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B come boxe, b come Bracciano

Boxe e blues. Boxe, uno sport antico come la storia. E blues, una musica novecentesca. Boxe, di tutti gli sport il più nudo ed essenziale. E blues, di tutte le musiche la più scarna e fondamentale. Boxe, uno contro uno. E blues, uno per tutti. Boxe, un combattimento al massimo di quindici round. E blues, un combattimento al meglio di dodici battute. Boxe, un’atmosfera in bianco e nero. E blues, un mondo in bianco e nero, soprattutto nero.

Boxe e blues. Oppure boxe in blues. Il blues come la colonna sonora della boxe. I pugili sul palco di un’arena, di un teatro, di un cinema, com’è spesso successo, e i musicisti dietro le quinte, o nel golfo mistico, più o meno nascosti, ad ambientare, a rappresentare, a riprodurre. La povertà, come massimo divisore. La disperazione, come comune moltiplicatore. Ma anche la bellezza, ma anche l’armonia, ma anche l’arte. Così che certi incontri si tramandano nel tempo. L’incontro di Rocky Marciano con Jersey Joe Walcott, l’incontro di Rocky Marciano con Joe Louis, l’incontro di Rocky Marciano con Archie Moore. E l’incontro di Robert Johnson con il diavolo. Accadde, si racconta, al crocicchio fra la statale 49 e la statale 61. E Robert Johnson immortalò quel fatale incontro in un brano, “Me and the devil”, io e il diavolo, che dell’intera storia del blues e dei blues può forse essere considerato il più esemplare.

“Rocky Marciano Blues” (66thand2nd) è un libro, ma anche una narrazione e un ascolto. Lo farò sabato 16 dicembre, alle 18, nell’Archivio comunale di Bracciano, ingresso libero. Storie di boxeur e storie di bluesmen (e di blueswomen). Su tutti, Rocco Marchegiano, diventato Rocky Marciano, che quest’anno avrebbe compiuto cento anni, campione del mondo dei pesi massimi dal 1952 al 1956, imbattuto, e forse imbattibile, almeno in quella lunga epoca in cui il suo destro aveva un effetto demolitore. 49 match, 49 vittorie, 43 prima del limite, e per molti dei suoi avversari quello contro Rocky Marciano sarebbe stato l’ultimo match della carriera. Rocky Marciano, americano ma di origini italiane, e anche i suoi avversari, perché ognuno aveva una storia, se non una vita, un’altra vita, da scoprire, da conoscere, da raccontare, da ascoltare. A forza di boxe. E di blues.

Marco Pastonesi

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