21 Maggio, 2024
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Pluralismo e Libertà, prosegue il botta e risposta con l’Usigrai

Riceviamo e pubblichiamo – “Superior stabat lupus, longeque inferior agnus. L’immortale messaggio della favola di Esopo riecheggia nell’ipocrisia e nei toni ora autocommiseranti, più spesso offensivi e minacciosi, dell’ultimo comunicato dell’Usigrai, un vero capolavoro di manipolazione e doppiogiochismo”. E’ quanto affermano i membri della componente sindacale di Pluralismo e Libertà (presente in Fnsi, Stampa Romana e Usigrai).

“Sugli argomenti più scottanti, tali da richiedere, se la dignità non fosse un optional, le dimissioni immediate degli attuali vertici e il pubblico mea culpa di quelli passati, l’Usigrai continua a essere reticente e a negare le dovute risposte”, proseguono i componenti di Pluralità e Libertà, “Perché un redattore ordinario fino a ieri a capo del sindacato ha svolto funzioni di caposervizio in palese violazione di quel contratto che si dice di voler difendere? Dove sono finiti i soldi degli iscritti misteriosamente spariti dal conto corrente? A queste domande si replica con sospiri, pianti ed alti guai, pur di non entrare nel merito. E allora, per confondere le acque, fiato alle trombe contro il pericolo fascista, contro la destra che predilige i giullari di corte, i nani e le ballerine, che vuole, affermano queste vestali della libera informazione in libera Rai, un’informazione serva del potere. Peccato che le conversioni tardive siano spesso dettate da interesse, e quindi poco credibili. Tanta sollecitudine per una Rai svincolata dalla politica, equidistante dai partiti e dalle correnti, non si era vista quando diversi erano il quadro politico, il vertice aziendale, quando artefici di assegnazioni e rapaci spartizioni avevano un colore politico più politicamente e armocromisticamente corretto e, forse, gradito”.

“L’Usigrai può mettersi l’animo in pace”, concludono da Pluralismo e Libertà, “abbiamo sempre affermato e sempre affermeremo il diritto di dibattito e pluralismo all’interno del sindacato a beneficio dei giornalisti del Servizio Pubblico, della loro autonomia e libertà, dell’ Azienda stessa ma, soprattutto, degli utenti. A rimetterci sarà solo il lupo”.

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