29 Aprile, 2024
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A proposito di incendi e piromania

Chi sono i piromani? E con quali motivazioni agiscono? Con l’arrivo dell’estate in Italia, come in altre parti del mondo, è di nuovo esploso il dramma degli incendi. Secondo i dati forniti da Legambiente, dal primo gennaio al 27 luglio 2023, in Italia sono andati in fumo 51.386 ettari di terreno, equivalenti a oltre 73.408 campi da calcio, a causa degli incendi boschivi. In questo contesto, emerge che gli incendi dolosi sono opera anche dei cosiddetti piromani, cerchiamo di capire di che fenomeno si tratta.

“Innanzitutto, quando scoppia un incendio boschivo, non sempre ci troviamo davanti a gesti di persone con disturbi psicologici o di piromania”, spiega la psicoanalista Adelia Lucattini, componente della società psicoanalitica italiana, “Molti incendi dolosi sono appiccati con fini speculativi, per vendette tra privati o ritorsioni verso la pubblica amministrazione, gli incendi colposi invece, sono spesso bravate andate male o dovuti a distrazione e non curanza. Poi esistono i piromani. Il termine “piromania” deriva dal greco πῦρ (“pur”, fuoco) e μανία (“mania”, ossessione). I piromani sono persone attratte in maniera morbosa dall’accedere intenzionalmente il fuoco, senza alcun fine apparente, senza una finalità speculativa in senso stretto. Nell’ambito dei disturbi psicologici, la piromania ha un’incidenza inferiore all’1% e raramente i piromani necessitano di ricovero psichiatrico. Uno studio condotto dal Dipartimento di Psichiatria forense dell’ospedale universitario di Helsinki tra il 1973 e il 1993, ha dimostrato che i recidivi incendiari avevano disturbi della personalità, psicosi e ritardo mentale, spesso associati con alcolismo. Il 90% erano uomini. Secondo lo studio, solo gli incendiari con disturbo della personalità, avevano anche tendenze criminose e motivazioni di lucro. L’aspetto psicologico specifico dei piromani, invece, è la sensazione di eccitamento e piacere nell’appiccare il fuoco e guardare l’incendio; è un’ossessione e una forma di dipendenza, anche per questo sono recidivi. Infatti, se chi fa una bravata o commette uno sbaglio (uso di fuochi d’artificio, incendio di stoppie, fuoco a scopo ricreativo in luoghi proibiti) lancia l’allarme o, preso dal panico, fugge impulsivamente per il timore di ardere vivo, il piromane di solito tende ad assistere alla devastazione, nutrendosi narcisisticamente della distruzione delle piante e immaginando la combustione della vita generate dal suo gesto”.

Quando sono stati interrogati, i piromani spesso non hanno saputo dare una motivazione convincente alle loro azioni. “Spesso non sanno spiegare il motivo che li ha portati ad agire in maniera pericolosa, poiché la ragione è inconscia, dissociata o scissa”, prosegue Adelia Lucattini, “I piromani sono attratti dal fuoco e amano vedere gli effetti della loro azione, poiché ne traggono un’impressione di potere e potenza. Talvolta, hanno fantasie onnipotenti e sono gratificati dall’allarme procurato”.

I piromani, adulti o adolescenti, sono aiutati e curati con la psicoterapia analitica; negli incendiari, in caso, è possibile anche un trattamento farmacologico, dipende dalla diagnosi. “Anche se non è sempre semplice risolvere tutte le problematiche sottostanti alla piromania”, conclude Adelia Lucattini, “soprattutto se i piromani non comprendono o non accettano la loro condizione o semplicemente perchè non collaborano.

L’uso di farmaci senza psicoterapia analitica non risolve di per sé i disturbi, poiché i pazienti hanno bisogno di comprendere le ragioni profonde del loro comportamento e di sviluppare una buona capacità di riflettere su se stessi e sulle loro azioni, affrontando le proprie difficoltà emotive e psicologiche.

Inoltre, gli incendi che si sono sviluppati in Italia nelle ultime settimane impongono una riflessione collettiva sull’importanza vitale dell’ecologia e della tutela dell’ambiente come elemento indispensabile per la salute e il benessere psicofisico e sociale. Un’azione efficace per la salvaguardia della natura avviene anche attraverso un’azione di controllo sistematico dei territori. L’amore per l’ambiente naturale è il migliore antidoto per la protezione del suo patrimonio. La formazione dei giovani e la prevenzione dei disturbi psicologici sono un deterrente che proviene dall’interno, agendo sulle origini del gesto”.

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