19 Maggio, 2024
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L’aperitalk scientifico: “Il limite, fine di un’isola o inizio di un oceano”

Venerdì sera si è tenuto nell’ atmosfera accogliente dello Spazio Porta del Parco di Anguillara il quarto appuntamento con l’aperitalk scientifico”. Questa volta è stato protagonista il Professore e Pediatra Giuseppe Zampino dell’Università del Sacro Cuore, che ha coinvolto il folto pubblico in un discorso interdisciplinare sul limite: scientifico, sociologico, filosofico, artistico e soprattutto, molto umano.

Il ragionamento è partito dal concetto che la nostra cultura è pervasa dalla tensione verso la perfezione. La stessa medicina di precisione ha come obiettivo fornire farmaci più adatti, garantendo efficienza e successo nel trattamento. Efficienza e successo sono il paradigma della cultura della perfezione, che può tuttavia comportare il rischio di far perdere il senso del limite, mentre ogni essere umano deve fare i conti con i propri limiti.  Ogni vita è delimitata nel tempo e proprio la coscienza della nostra morte porta l’essere umano ad adoperarsi per le generazioni future.

Il Professore si occupa in prima linea di bambini con disabilità, e, partendo proprio dall’esperienza, ha fatto presente le grandi abilità potenzialmente realizzabili talvolta proprio grazie ai limiti posti dalle condizioni fisiche, portando esempi dal mondo delle arti. Ha ricordato anche i limiti demarcati dalle ingiustizie sociali, di cui per esempio la limitatezza linguistica, che i bambini poveri ricevono nella loro prima infanzia, e che significherà uno svantaggio per tutta la loro vita.

In chiusura è stato dato ampio spazio al concetto che i nostri limiti hanno necessità di una comunità accogliente e solidale, ovvero una comunità con elevato capitale sociale. Nelle comunità solidali infatti gli studi registrano una ridotta incidenza di sindromi ansioso depressive, tumori e patologie cardiovascolari.

“Essere una comunità solidale significa stare meglio sia per chi dona sia per chi riceve aiuto”.

La conferenza del Professor Zampino è stata molto vivida ed interessante, perché fondata sull’esperienza diretta in campo e accompagnata dalle proiezioni di performances geniali della danza di Simona Atzori, dei quadri di Frida Kahlo e delle sinfonie di Ludwig van Beethoven, persone dai cui limiti è scaturita un’arte sublime.

L’aperitalk scientifico, anche questa volta moderato da Diego Van der Esch, è stato seguito con molto interesse e partecipazione dal pubblico.

 

 

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