28 Aprile, 2024
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A proposito di Enea…

Nella “Culla per la vita” dell’ospedale Fumagalli di Milano è stato lasciato un neonato. Ciò dovrebbe commuoverci e rallegrarci perché il piccolo non è stato abbandonato lungo la strada o addirittura, come a volte purtroppo accade, gettato in un cassonetto, invece non è così perché quello che doveva essere un privato atto d’amore di una donna che per qualsiasi ragione ha deciso di non tenere il suo bambino è diventato tutt’altro. 

Quest’episodio avrebbe dovuto passare nel silenzio sennonché televisioni e media hanno deciso di riferire sia il nome scelto dalla mamma per il piccolo, sia della sua lettera lasciata sulla culla prima del distacco.

E da allora è iniziata la caccia a quella poveretta con tanto di indagini sulla sua grafia per rintracciarla e farle cambiare idea. C’è stato addirittura chi ha elargito denaro e consigli non richiesti del tutto opinabili, ne cito uno su tutti: “Torna a prendere tuo figlio, perché solo una mamma vera può occuparsi con amore del proprio bambino”.

Qualcuno ha parlato di fallimento del sistema se permette che una donna abbandoni il proprio figlio anziché darle la possibilità di prendersene cura, ma, mi chiedo, non sarà, invece il caso di dire che per una volta il nostro sistema ha funzionato? Che sappiamo noi di quella donna? E se avesse un compagno violento e avesse portato via quel piccolo per proteggerlo? Se fosse malata e sola e non avesse la forza fisica e psichica di crescerlo? E se, e se, e se…

Nessuno può arrogarsi il diritto di giudicare perché nessuno conosce le motivazioni di un atto così drammatico e umano al tempo stesso. Quel nome Enea e quelle parole accorate lasciate a chi si prenderà cura di quel neonato trasudano amore, un amore impossibile e disperato.

Tacciamo tutti dunque, e tacciano i benpensanti, i tuttologi, i bigotti, le malelingue. E si smetta una volta per tutte di giudicare le scelte private delle donne come scellerate, perché ognuna di esse nasconde sempre tanto dolore.

Buona vita Enea, piccolo angelo, auguri di un’esistenza felice e serena con la tua nuova famiglia, con la tua nuova mamma, che pur se non sarà quella “vera” saprà comunque amarti esattamente come avrebbe fatto lei.

Vespina Fortuna Ledda

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