23 Aprile, 2024
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Un futuro dipinto sul muro. Come in un cartone di Will il Coyote

L’ Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di giovani “Neet”

Uno dopo l’altro, i giorni passano, è già un anno non vissuto. Lo specchio mostra la stessa immagine di un anno fa, forse un po’ più disillusa, un po’ più triste. Il fardello della reclusione a colpire la ferita aperta dell’adolescenza che cerca di rimarginarsi, tra appigli del vecchio mondo che si fanno sempre più radi e quelli del nuovo, lontani e sfuggenti. La voglia di evadere si fa sentire all’inizio, poi scompare poco alla volta, un cambiamento impercettibile, e diventa routine, annebbiando i ricordi del vicino e breve passato.
Secondo l’Eurostat, l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di giovani “Neet” (Not in education, employment or training), il 25% dei ragazzi tra i 15 ed i 30 anni, non studiano, non lavorano e non seguono nessun percorso di formazione.
Sono loro che avvertono la pressione di un mondo stretto che apre sempre meno porte, e questa sensazione di impotenza porta alla violenza. La repressione degli istinti, la confusione e la sensazione di ineluttabilità, scatenano una reazione non esauribile nelle mura domestiche. La pressione concentrata ha come solo sbocco una socialità confinata nei social; così centinaia di ragazzi partecipano a risse nate da liti su internet, sfogando la frustrazione.
Dalla maxi rissa al Pincio, dove si sono picchiati 400 ragazzi, a quelle di Rialto, del Varesotto, di Modena, Centocelle a Roma, San Benedetto del Tronto, Ercolano, un esercito di repressi pronto a esplodere. Tutte iniziative organizzate su canali social mainstream, come Instagram, Telegram, o Tellonym, piattaforma tedesca di messaggistica istantanea, nella quale gli utenti (per lo più tra gli 11 ed i 17 anni) possono mandare messaggi in forma anonima.
L’incertezza del futuro, (la didattica a distanza ha fatto la sua parte), la tristezza e la rabbia destinata ad esplodere. In tanta violenza si nasconde il malessere.
Si cerca di affogare il disagio nei simulacri di un benessere fittizio: un mare di delusione in tuta, tute costate tutto lo stipendio. I ragazzi si trovano di fronte a bivi di vicoli ciechi, vittime di un’istruzione che prepara a un mondo ormai inesistente da almeno trent’anni., e come in un cartone di Will il Coyote, sgomitando si gettano contro un futuro dipinto sul muro.
Davide Licastro

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