28 Aprile, 2024
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Vaccini, l’allarme di Magi: “Nel Lazio solo 700 su 13mila i medici privati a cui hanno somministrato la prima dose”

Il presidente dell’ordine dei medici di Roma: “Ad oggi nel Lazio sono stati vaccinati 13.800 persone che non sono sanitari ma è importante vaccinare chi è in prima linea. Bisogna intervenire prima che i sanitari diventino possibili diffusori del virus”

 

Una corsa a ostacoli per cercare di arrestare l’avanzata del virus. Dopo i ritardi di Pfizer, slitta a febbraio la campagna vaccinale destinata agli over 80 anni che potranno ricevere il vaccino a partire dall’8. Sempre – e solo se – verranno rispettati i tempi di consegna dall’azienda farmaceutica statunitense. “Al momento è tutto in stand by”, dice il presidente dell’ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.

A preoccuparlo, la mancanza di dosi per i medici liberi professionisti privati e odontoiatri che ancora non sono stati vaccinati: “Nel Lazio sono solo 700, su circa 13mila, i medici privati che hanno avuto somministrato la prima dose del vaccino. La seconda fiala per loro è garantita”. Ma per tutti gli altri? “Il Governo non ha previsto un piano B. Eppure, si tratta di categorie a rischio che dovrebbero avere la priorità rispetto alle altre”.

La richiesta di Magi non lascia spazio a fraintendimenti: “Ad oggi nel Lazio sono stati vaccinati 13.800 persone che non sono sanitari, tra cui anche studenti universitari delle facoltà di Medicina”. Dalla Regione confermano che sono iniziate le somministrazioni dei vaccini agli studenti specializzandi e tirocinanti di medicina, alcuni dei quali operativi nei reparti Covid. “Bisogna procedere con ordine – sottolinea Magi – Prima di vaccinare studenti, docenti, amministrativi e chi non è operatore sanitario e medico professionista, è importante vaccinare chi è in prima linea e lavora a stretto contatto con i pazienti. Se si ammalano i liberi professionisti, chi cura i malati? Bisogna intervenire  prima che i sanitari diventino possibili diffusori del virus”.

Nell’attesa che Pfizer consegni le dosi, c’è il vaccino Moderna, le cui dosi nel Lazio sono però limitate (circa 10mila). Quello di Johnson&Johnson – che pare copra il 66% di immunità – non arriverà prima di marzo. Intanto mentre si aspetta  il via libera anche dall’Aifa, l’Agenzia Europea del farmaco ha dato l’ok al vaccino di AstraZeneca per gli over 18.

AstraZeneca è un vaccino che può essere conservato, trasportato e manipolato in condizioni normali (due-otto gradi centigradi) per almeno 6 mesi. L’autorizzazione raccomanda la somministrazione di due dosi con un intervallo tra le quattro e le 12 settimane. “Inizialmente, un primo trial aveva evidenziato un’efficacia al 90% dell’abbinamento tra metà dose nella prima somministrazione e una dose ‘pienà nella seconda”, spiega Magi. “Non ci sono ancora abbastanza risultati nei partecipanti più anziani (oltre i 55 anni) per fornire una cifra su quanto bene funzionerà il vaccino in questo gruppo.

Pare sia comunque prevista una protezione considerato che è stata rilevata una risposta immunitaria anche in questa fascia di età”. Questo comporta una “rimodulazione del piano vaccini e in particolare delle categorie alle quali somministrare i vaccini rispetto all’età anagrafica. AstraZeneca (in tutta Italia 3milioni di dosi a regime, nel Lazio il 10% circa) verrà somministrato al di sotto dei 65 anni. Per le categorie over 65 ci vogliono Pfizer e Moderna”.

Il fattore tempo è fondamentale. Anche nel caso del patentino vaccinale, che dovrebbe anzitutto certificare l’avvenuta vaccinazione, ma ha già scatenato una pioggia di critiche. C’è chi pensa sia “prematuro” renderlo operativo già da metà febbraio, come il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. Chi, invece, lo reputa “elitario e discriminatorio”, come l’immunologo-infettivologo del Policlinico Umberto I di Roma, Francesco Le Foche. Secondo Magi, invece, “è giusto accelerare per rimettere in moto l’economia e per permettere ai ristoratori piegati dalla crisi di ripartire”.

(La Repubblica)

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