5 Maggio, 2024
spot_imgspot_img

La Sardegna soffia Crisanti al Lazio. “Stima da Zingaretti e D’Amato, …

… ma nessuna offerta concreta per lavorare allo Spallanzani”

 

L’inventore del ‘modello Veneto’ sarebbe potuto restare a Roma.
Ma le attestazioni di stima da parte della Pisana non sono mai mai sfociate in una proposta vera e propria.
Ma la porta non è completamente chiusa

Poteva trasferirsi a Roma e lavorare allo Spallanzani. Ma la Sardegna è stata più veloce e si è assicurata la sua consulenza. Eppure il professor Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia e Virologia all’ospedale universitario di Padova e inventore del cosiddetto “modello Veneto”, che con l’utilizzo massiccio dei tamponi molecolari è riuscito a interrompere la catena dei contagi, è molto ben visto e stimato dal governatore Nicola Zingaretti e dal suo assessore alla Sanità Alessio D’Amato.

“Abbiamo un ottimo rapporto con il professore Crisanti – racconta D’Amato – Con lui lo Spallanzani ha condiviso un documento tecnico sui test e gli screening. Di recente una nostra delegazione è stata a Padova. Lo stesso professore ha anche riconosciuto il lavoro che abbiamo fatto nel Lazio”.

La stima però non è sfociata in un contratto di collaborazione. Come racconta lo stesso Crisanti, l’offerta della Regione si è fermata ad un livello embrionale. “C’è stato un primissimo e timido approccio – riferisce il professore – Non c’è mai stata un’offerta formale o una contrattazione. E’ tutto rimasto a frasi tipo: ci piacerebbe che tu collaborassi con noi, ci piacerebbe sfruttare le tue competenze”.

Chi invece ha avanzato una proposta di lavoro a Crisanti è stata la Regione Sardegna. “La Sardegna mi ha chiesto di collaborare con loro perché hanno comprato 2 milioni di tamponi rapidi e vogliono sapere il modo migliore per utilizzarli. Io ho consigliato di sottoporre a screening la stessa persona due volte, a distanza di una settimana”.

Nel Lazio però la porta rimane sempre aperta. “Il rapporto sul piano scientifico prosegue con lo Spallanzani – dichiara l’assessore D’Amato – Noi siamo onorati di avere la sua collaborazione tecnica. Ci siamo sentiti poco fa al telefono per farci gli auguri”.

Crisanti ha escluso che le trattative con la Regione si siano interrotte per le sue posizioni sui test rapidi ritenuti poco affidabili. “Il Lazio li ha utilizzati molto più saggiamente del Veneto – dice – I tamponi rapidi, che hanno una sensibilità del 70%, servono per fare screening nelle grandi comunità, come per esempio la scuola. Non vanno bene per le azioni di prevenzione”.

(La Repubblica)

Ultimi articoli