14 Maggio, 2024
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Unicredit, l’ad Mustier lascia l’incarico rinunciando alla buonuscita

L’accordo tra la banca e il manager, che per il Covid aveva già rinunciato alla quota 2020 del piano di incentivi, gli assegna solo le competenze di fine rapporto spettanti come “dg”. Ancora un mese per il successore

 MILANO – L’amministratore delegato di Unicredit, Jean Pierre Mustier, lascerà il suo incarico a fine mandato senza alcuna buonuscita straordinaria: tranne le “competenze di fine rapporto” che il contratto gli riserva per il ruolo, contestuale, di direttore generale della banca. Lo riferisce una nota della banca, che ha avviato da giorni la ricerca di un sostituto, dopo che tre settimane fa il banchiere francese ha comunicato al cda di Unicredit la sua indisponibilità a un rinnovo nell’aprile 2021 per contrasti con i consiglieri sulla strategia del gruppo.

Le condizioni per “un accordo di risoluzione consensuale del rapporto” sono state approvate dal cda di Unicredit in una runione del 17 dicembre. “In linea con la politica di remunerazione della banca – si legge nel comunicato – sia il rapporto di lavoro di Mustier che il suo mandato di amministrazione saranno risolti al più tardi alla data in cui l’assemblea approverà il bilancio 2020”. Tuttavia il lavoro di Mustier, che guida l’Unicredit dal luglio 2016, dovrebbe durare non più di un altro mese circa: in base alle ultime indiscrezioni sembra che la banca, che ha istruito un percorso con i cacciatori di teste di Spencer Stuart, sia intenzionata a completare il percorso di scelta del nuovo ad entro la fine del gennaio prossimo.

Il banchiere francese, in base al recente accordo, “rinuncia a qualsiasi pretesa nei confronti della banca e del gruppo, compresi gli eventuali diritti derivanti dal piano di incentivi a lungo termine 2020/2023, mentre la banca gli concede di mantenere i suoi diritti nell’ambito del piano di incentivazione a lungo termine 2017/2019, corrispondenti a 486.391 azioni Unicredit, che maturerà nel 2024”. Oggi in Borsa quel pacchetto, che un cda in febbraio consentì di erogare “sulla base della valutazione della performance effettuata”, vale 3,6 milioni di euro: che per quattro anni saranno esposti alle fluttuazioni dell’azione Unicredit e alle consuete clausole di malus e claw-back, che consentono di rivalersi sul manager in caso escano magagne in futuro.

Nell’aprile di quest’anno il banchiere “aveva già rinunciato al suo potenziale diritto alla quota 2020” del piano di incentivazione a lungo termine riconoscendo “le priorità degli stakeholder della banca e come risposta personale all’impatto dell’emergenza Covid 2019”, spiega la nota. Unicredit è tra le grandi banche europee – e italiane – con le remunerazioni meno alte: lo stesso Mustier nel 2019 ha avuto compensi per 1,2 milioni di euro, e nessuno lo ha superato tra i suoi 84 mila dipendenti.

(La Repubblica)

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