18 Maggio, 2024
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“A Natale vorrei stringere il mio papà”. La tenda degli abbracci anti Covid per i piccoli

Per i piccoli ricoverati al San Raffaele di Roma

E’ una delle richieste ricorrenti dei piccoli pazienti: poter avere un contatto coi propri cari.

Così il San Raffaele Roma ha deciso di regalare un abbraccio alle famiglie dei ragazzi ricoverati, dotandosi di una tenda che permetterà di rivedersi e riabbracciarsi senza correre rischi di contagio

 

“Io, a Babbo Natale, vorrei chiedere di riabbracciare il mio papà”. Un pensiero semplice quanto disarmante e ricorrente, più volte ascoltato dagli operatori del Reparto di riabilitazione pediatrica e delle disabilità dello sviluppo Silvana Paolini dell’Irccs San Raffaele Roma.

E’ il desiderio più grande dei nonni nelle RSA quello di riavere un contatto con i propri cari, ma anche quello dei bambini in ospedale. Come Andrea, ricoverato con la mamma nell’Istituto romano da 3 mesi, che nella lettera scritta a Babbo Natale ha chiesto proprio di rivedere il suo papà.

E’ uno dei piccoli che, in questa fase difficile e delicata del Covid, deve affrontare non solo le classiche e quotidiane difficoltà legate all’ospedalizzazione. Ragionando su quel pensiero espresso nel corso delle attività con i terapisti e ritrovato nelle letterine di Natale anche di altri piccoli ospiti, il San Raffaele Roma ha deciso di regalare un abbraccio alle famiglie dei ragazzi ricoverati, dotandosi di una tenda che permetterà di rivedersi e riabbracciarsi senza correre rischi di contagio.

Così, da oggi, gli ospiti del reparto di via della Pisana potranno rivedere e “risentire” i loro cari, papà, fratelli e sorelle, dai quali la pandemia li ha violentemente separati. Con l’avvicinarsi delle festività natalizie il peso psicologico della lontananza è ancora più difficile da sopportare e anche le chiamate video non riescono più ad essere un supporto efficace.

Peraltro ci sono bambini che a causa delle disabilità gravi da cui sono affetti hanno difficoltà anche a poterla sostenere una telefonata. Per loro può avere senso solo il calore delle sensazioni scaturite dal tatto. Il tocco di una mano, ad esempio, anche se avvolta da un guanto di plastica.

“Dopo un anno come questo senza abbracci, senza feste, senza nonni, senza giochi, un abbraccio, sia pure plastificato può fare la differenza. Incontrarsi dopo tanto tempo occhi negli occhi è meraviglioso, gli esseri umani – afferma Amalia Allocca, coordinatrice delle Direzioni sanitarie del Gruppo San Raffaele e Direttrice sanitaria dell’IRCCS San Raffaele di Roma – hanno bisogno di questo, non serve molto altro, serve il calore, serve la sicurezza che la tenda dà senza la distanza che il Covid impone. Serve il profumo degli affetti che nulla potrà mai cancellare.”

La tenda degli abbracci è stata installata nella hall del reparto, è fornita di braccioli morbidi posizionati a diverse altezze, cosa che tiene conto anche delle esigenze di chi è in carrozzina. Di fatto è la prima destinata a un reparto pediatrico. I parenti potranno accedere dopo aver fatto un tampone rapido, secondo un’agenda organizzata in modo da facilitare gli incontri, che saranno spalmati nel corso della giornata con appuntamento prefissato con i Responsabili del Centro.

(La Repubblica)

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