29 Aprile, 2024
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Con 4 mila morti a settimana Toti contesta le restrizioni: “Un enorme danno economico”

Il presidente della Liguria dopo aver difeso la movida e definito gli anziani improduttivi insiste a criticare le limitazioni

Continua ad avere le idee confuse sullo sviluppo del Covid Giovanni Toti, che definisce la movida come qualcosa su cui passa il 50% del Pil italiano, dichiarandosi poi contrario alle prime limitazioni di bar e ristoranti.

Qualche settimana fa aveva fatto invece scalpore la sua uscita sul virus che colpisce solamente gli anziani, attribuendo loro l’etichetta di “categoria non produttiva”.

Questa volta con un post su Facebook ha criticato il decreto approvato dal Cdm con le ulteriori misure restrittive anti Covid: “Rispetto sempre le decisioni prese in momenti così difficili, ma temo si sia scelta una via che solo apparentemente è meno dolorosa!”.

“Finalmente – osserva – sappiamo che Natale e che Capodanno ci saranno. Anche oggi ho ribadito ai Ministri competenti tutte le mie perplessità. Primo: perché dal 3 dicembre ci eravamo dati delle regole che già prevedevano limitazioni importanti, ma legate alla reale situazione dei vari territori. Non capisco perché regioni che hanno fatto importanti sacrifici, anche in anticipo rispetto a quelli decisi dal Governo, come ad esempio la Liguria, non possano, alla luce dei risultati ottenuti, passare delle feste un po’ più normali. Oggi la nostra regione continua ad avere un Rt di contagio tra i 4 migliori d’Italia e il numero degli ospedalizzati continua a scendere. Nessuno pensava a feste e veglioni, ma un filo in più di normalità sì”.

“Secondo motivo: non so – incalza Toti – se tutti si rendono conto del gigantesco danno economico che tutto questo provocherà. Non solo bar e ristoranti, ma tutta la filiera alimentare avrà centinaia di milioni di danni, quindi aziende e occupazione a rischio. Agricoltori, pescatori, produttori di vino, prodotti tipici delle feste, preparati per l’intero anno in vista di questi pochi giorni, che finiranno invenduti. E anche il commercio al dettaglio, già molto provato, avrà un colpo durissimo. E tutto questo non produrrà temo meno dolore in futuro di quanto il Covid ne produce oggi. Non è lo scontro tra chi preferisce la vita e chi l’economia: la crisi che rischiamo di affrontare produrrà anch’essa lutti e sofferenze”.

“Speriamo almeno nei ristori: ma saranno necessariamente inadeguati perché se si risarcisse l’intero danno di queste scelte servirebbero miliardi e miliardi di euro. Che il nostro Paese non ha. E che pagheranno i nostri figli”, conclude.

(Globalist)

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